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Appuntamenti 30 Nov 2012

Forte contrazione dei contratti Fieg, aumento dei freelance Siddi: "Serve una vera riforma dell'ordinamento professionale"

"I giornalisti iscritti all’Ordine in Italia sono oltre 112.000 (il triplo di quelli francesi e il doppio di quelli che lavorano nel Regno Unito) ma  solo il 45% sono attivi ufficialmente". E solo 1 su 5 (il 19,1% degli iscritti) ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che gli porta un reddito, in media, 5 volte superiore a quello di un freelance (e 6,4 volte maggiore nel caso dei Co.co.co). Una conferma del crescente divario nei redditi fra i due segmenti della professione.

"I giornalisti iscritti all’Ordine in Italia sono oltre 112.000 (il triplo di quelli francesi e il doppio di quelli che lavorano nel Regno Unito) ma  solo il 45% sono attivi ufficialmente". E solo 1 su 5 (il 19,1% degli iscritti) ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che gli porta un reddito, in media, 5 volte superiore a quello di un freelance (e 6,4 volte maggiore nel caso dei Co.co.co). Una conferma del crescente divario nei redditi fra i due segmenti della professione.

Questi i principali dati che sono stati presentati oggi alla Federazione della stampa, a Roma, nell’aggiornamento del Rapporto sulla professione giornalistica in Italia a cura di Lsdi con l’intervento dei responsabili degli enti del giornalismo italiano.
I giornalisti attivi ‘visibili’ (quelli con una posizione all’Inpgi, l’istituto di previdenza del settore)  continuano ad aumentare: dai 43.300 del 2009 ai 46.243 della fine del 2011. Ma la crescita è dovuta al lavoro autonomo, visto che l’ area di quello dipendente continua a restringersi, con un calo dei rapporti di lavoro del 5,1% dal 2008 alla fine del 2011. All’ incontro – che per il terzo anno consecutivo ha fatto il punto sulla condizione del lavoro giornalistico nel nostro paese – sono intervenuti,  insieme a Franco Siddi e Roberto Natale, segretario generale e presidente della Fnsi, i presidenti degli altri istituti di categoria, Andrea Camporese (Inpgi), Daniele Cerrato (Casagit), Marina Cosi (Fondo complementare) ed Ennio Bartolotta (Ordine) Oltre al processo di contrazione del numero di rapporti, il Rapporto di Lsdi segnala -  la progressione degli stati di crisi – sono stati trattati solo nel 2011 55 accordi, di cui una decina ancora aperti, relativi a una cinquantina di testate e ai maggiori gruppi editoriali italiani  –, con un alto flusso di prepensionamenti; -   il sostanziale blocco del turn over: i praticanti sono scesi da 1.306 del 2009 a 868, mentre dal 2007 al 2011 solo nei tre maggiori gruppi, Rcs, Espresso e Mondadori,  sono stati tagliati quasi 3300 posti, il 21% circa del totale. Una situazione che, osserva Lsdi, sta producendo un progressivo invecchiamento della professione e uno squilibrio nel rapporto fra attivi e pensionati che preoccupa gli istituti di categoria. Il presidente dell’ Inpgi, Andrea Camporese ha  sottolineato  come il rapporto fra attivi e pensionati continui a scendere, passando da 2,58 del 2010 a 2,45 del 2011. Mentre Daniele Cerrato, presidente della Casagit, ha indicato che oggi i pensionati sono il 27% dei soci, mentre nel 2008 erano il 22%. Tra l’ altro, la maggiore contrazione riguarda il settore dei contratti Fieg-Fnsi – quelli che producono la parte più consistente della massa retributiva -, scesi a 14.951 rispetto ai 15.172 del 2010 (con una diminuzione dell’ 1,46%). Marina Cosi, ex presidente del Fondo complementare (che ha recentissimamente concluso il suo mandato), si è soffermata, invece, sulla ancora troppo scarsa attenzione dei giornalisti autonomi e freelance nei riguardi di strumenti, come il Fondo complementare,  capaci di dare più certezze per il loro futuro. Proprio sul rapporto tra chi è tutelato da un contratto e chi svolge la libera professione (spesso non per scelta) è intervenuto il Presidente della Fnsi, Roberto Natale, sottolineando che, nonostante i forti segnali di crisi nel mondo del lavoro dipendente alcuni elementi positivi si stanno delineando nel mondo variegato del lavoro autonomo. Il richiamo è stato evidente alla definizione della legge sull’ ‘equo compenso’ che martedì prossimo dovrebbe vedere la luce in via legislativa. Il Segretario generale, Franco Siddi, concludendo i lavori ha sostenuto, tra le altre cose, che nella situazione attuale diventa sempre più necessaria una profonda riforma della legge istitutiva dell’ordinamento professionale dei giornalisti che, tra l’altro, giace in Parlamento da anni inascoltata”.

Il testo integrale del Rapporto è pubblicato sul sito di Lsdi (http://www.lsdi.it)

ANSA/ GIORNALISTI: SOLO 1 SU 5 HA CONTRATTO LAVORO DIPENDENTE
NATALE (FNSI), QUADRO DA RIVOLTA DI STRADA

   (di Daniela Giammusso)

   (ANSA) - ROMA, 30 NOV - Solo 1 giornalista su 5 (il 19%) oggi in Italia ha un contratto di lavoro dipendente, in una categoria che cresce di numero, ma e' sempre piu' precaria e incerta sul futuro. E' quanto emerge da 'La fabbrica dei giornalisti', il rapporto Lsdi-Liberta' di stampa e diritto all'informazione, presentato oggi alla Federazione Nazionale della Stampa e curato da Pino Rea.
   Mentre in gran parte dei paesi occidentali il numero dei giornalisti diminuisce, in Italia continua ad aumentare: il 31 dicembre 2001 l'Ordine ne contava 100.487, l'1 ottobre 2012 erano gia' 103.036. Ovvero il doppio della Francia e il triplo del Regno Unito. Tutti, pero', sempre piu' precari con i rapporti di lavoro in diminuzione costante dal 2008 (da 22.197 a 21.069 nel 2011). E con un grande punto interrogativo sui 48.206 iscritti (46%) che non denunciano attivita' ne' redditi.
Chi non ha stabilita' soffre anche a fine mese: 62.228 euro il compenso lordo annuo per un giornalista dipendente, ovvero cinque volte i 12.456 degli autonomi e 6,4 volte i 9.703 di un Co.co.co. Addirittura un autonomo su 4 dichiara redditi annui lordi sotto i 1.500 euro. Unico miglioramento, il +2,9% nelle retribuzioni dei liberi professionisti e il +14,1% dei Co.co.co.
Stabile la disoccupazione (nel 2011 erano 1514 assegni contro 1527 del 2010), crescono il ricorso agli altri ammortizzatori sociali (+18,9% dal 2010) e i pensionati (+18% dal 2008).
   Ma la diminuzione dei posti di lavoro si concentra nel settore Fieg-Fnsi, quello con la massa retributiva piu' consistente. ''Il 2012 - anticipa il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese - per ora segna una perdita di occupazione stabile, 100 unita' contro le 180 di media, frutto degli sgravi sulle assunzioni. I 280 milioni dello Stato stanziati per le stabilizzazioni sono andati esauriti in 48 ore con prenotazione on line sul sito dell'Inps. Vuol dire che il tessuto economico del paese chiede una spinta. Spero che il governo si muova su questa linea''.
''Il quadro tratteggiato dal rapporto - commenta il presidente della Fnsi Massimo Natale - e' da rivolta di strada.
Senza alcuna polemica, suggerisco di inviarlo alle commissioni Lavoro di Camera e Senato perche' sappiamo meglio cio' di cui parlano e legiferino in merito. E anche al ministero del Lavoro e alla commissione Giustizia perche' testimonia l'urgenza di una riforma dell'Ordine''.
Il rapporto e' allarmante per il presente, ma anche per il futuro, rilancia il segretario generale del sindacato Franco Siddi. ''Forse gia' il prossimo anno - dice - avremo i giornalisti pensionati che saranno piu' di meta' dei paganti''.
Sottolineando l'urgenza di ''snidare gli abusivi e combattere l'illegalita''', aggiunge, ''martedi' si vota la legge sull'equo compenso alla Camera. Non risolvera' d'acchito i problemi dei lavoratori autonomi, ma affermera' che non possono piu' essere invisibili. Occorre una commissione paritetica Fieg e Fnsi che ne valuti le condizioni diffuse. Informalmente ne ho parlato con il ministro del Lavoro, ma i Co.co.co che hanno redditi gia' apprezzabili potrebbero essere utilmente ricollocati nell'area dei lavoratori dipendenti, purche' non significhi un prolungamento dello sfruttamento''. (ANSA)

@fnsisocial

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