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Il tribunale di Foggia (Foto: bari.repubblica.it)
Libertà di informazione 14 Lug 2022

Foggia, annullato il sequestro del cellulare di Francesco Pesante. Fnsi e Assostampa Puglia: «Vicenda paradossale»

Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dal giornalista e disposto la restituzione dei dati copiati. «Spero che nessun collega debba più trovarsi in una situazione simile», commenta il direttore del giornale online 'L'Immediato'. «Serve una norma a tutela del segreto professionale», ribadisce il sindacato.

Il Tribunale di Foggia ha annullato mercoledì 13 luglio 2022 il sequestro dello smartphone del giornalista Francesco Pesante, direttore del giornale online 'L'immediato', al quale il 22 giugno scorso agenti della Squadra Mobile avevano confiscato lo strumento di lavoro nell'ambito delle indagini sulla divulgazione di un video sulle fasi di un omicidio compiuto il 17 maggio. I giudici della seconda sezione penale hanno inoltre disposto la restituzione della copia forense dei dati contenuti nello smartphone.

«Spero che questa esperienza negativa possa servire affinché in futuro nessun collega venga a trovarsi nella stessa situazione», commenta Pesante, che tramite l'avvocato Michele Vaira aveva immediatamente presentato ricorso per chiedere l'annullamento del sequestro.

«Non eravamo certi che sarebbe stato accolto e invece oggi è arrivato il dispositivo. Siamo molto soddisfatti», aggiunge il giornalista, che conclude: «Ho sempre avuto fiducia nella magistratura, anche perché ho sempre agito secondo le regole, ho sempre fatto il mio dovere».

Pesante è rimasto due giorni senza telefono. Prima che gli venisse restituito, è stata acquisita copia dei contenuti del dispositivo.

«Una vicenda paradossale, che si chiude nell'unico modo possibile, ma con un danno enorme per il collega perché con il sequestro del telefono hanno "bruciato" le sue fonti», rilevano la Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Associazione della Stampa di Puglia, che si erano subito mosse per condannare il sequestro.

«Una vicenda – concludono Fnsi e Assostampa – che ripropone la necessità e l'urgenza di una norma a tutela del segreto professionale, essenziale per garantire una informazione autorevole, libera e pluralista».

Per l'avvocato Vaira, «il Tribunale ha fatto corretta applicazione di principi ormai stratificati nella giurisprudenza Cedu ma interpretati in modo talvolta incoerente a livello nazionale. I tre giudici hanno stabilito che la tutela dell'informazione prevale sull'esigenza investigativa, e che l'eventuale sacrificio della riservatezza del giornalista può avvenire in casi eccezionali e in presenza di determinate condizioni, insussistenti nel caso di specie. Sono molto soddisfatto – dice – per la conferma, già in questa fase, della correttezza della nostra impostazione difensiva».

Nei confronti di Francesco Pesante resta in piedi l'accusa di ricettazione. «Ci sono dei tempi tecnici, ma sono fiducioso che anche quella vicenda si risolverà per il meglio», dice il giornalista.

@fnsisocial

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