"Leggi punitive verso gli operatori della giustizia o dell'informazione non sono utili. Dall'inaugurazione dell'anno giudiziario emergono quadri desolanti di funzionalità, incertezze, intrusioni che rischiano di far saltare i bilanciamenti indispensabili degli interessi che debbono essere assicurati in democrazia. La legge sulle intercettazioni non può risolversi nell'ennesimo scontro tra poteri dello Stato e in una sospensione minacciosa dell'informazione giudiziaria.
Leggi punitive verso gli operatori della giustizia o dell'informazione non sono utili. L'inaugurazione dell'anno giudiziario, accanto a un'occasione di bilancio per un servizio - quello della giustizia, appunto - chiamato a garantire e tutelare i diritti dei cittadini davanti alla legge, ripropone all'attenzione temi cruciali e sensibili che i giornalisti non mancheranno di rilevare: processi dai tempi infiniti; carenza di mezzi per un buon funzionamento, legislazione "ad accumulo" che cambia troppo di frequente riferimenti certi per reati e pene; invadenze nel campo delle autonomie; stratificazioni politiche. Come forza sociale di categoria, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana è e resta attenta al tema della Giustizia, che intende come funzione essenziale di una democrazia delle garanzie, dei diritti e della legalità costituzionale. Su questa frontiera c'è sicuramente bisogno di allargare lo sguardo più che alla pretesa politicizzazione della magistratura e allo "spettacolo" di taluni processi, alle condizioni in cui si vuole sia esercitata la giustizia. Le relazioni dei procuratori generali e dei presidenti di Corte d'appello di tutta Italia, dopo quelle di ieri dei massimi magistrati della Cassazione, delineano un'esigenza di riforme condivise nel perenne bilanciamento degli interessi e dei diritti dei cittadini a vivere la loro condizione di libertà e di sicurezza."