Uno sciopero in difesa dei diritti e degli stipendi, per non avere giornalisti ricattabili. È il senso della giornata di astensione dal lavoro proclamata per domani, 28 novembre 2025, dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, anticipata da una manifestazione a Roma, giovedì 27 novembre. All'iniziativa, a piazza Santi Apostoli, sono intervenuti rappresentanti sindacali a tutti i livelli ed esponenti degli organismi di categoria.
La mobilitazione è stata decisa per sollecitare il rinnovo del contratto di lavoro scaduto nel 2016. La Fnsi rivendica il riconoscimento anche economico del ruolo che il giornalismo riveste nell'ordinamento democratico e per questo sarà in piazza con le Associazioni regionali di Stampa e i colleghi dei Comitati di redazione nelle principali città italiane, mentre su emittenti radio-tv, testate online e poi giornali e agenzie di stampa andrà in scena un black out informativo.
«È da venti anni che i giornalisti non protestano – ha detto la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante - Vogliamo il mantenimento dei diritti che gli editori vogliono toglierci e la difesa degli stipendi che hanno perso il 20% del potere d'acquisto a causa dell'inflazione».
E ancora: «Scioperiamo per tutta la categoria, tenendo insieme i dipendenti e i collaboratori lavoratori autonomi e precari - ha incalzato - Siamo di fronte a grandi sfide tecnologiche. Non voler regolamentare l'intelligenza artificiale nel contratto significa volerla usare per i sostituire i giornalisti».
Si tratta, ha quindi rimarcato Costante, «di una trattativa unitaria - ha detto ancora -. Vogliamo tutti che non ci siano giornalisti ricattabili, ma che possano esercitare il loro controllo democratico».
Domani, venerdì 28 novembre 2025, «ci saranno tante piazze di protesta in tutta Italia. L'adesione è alta, ma alcuni giornali tenteranno di uscire - ha quindi sottolineato la segretaria generale Fnsi, citando ad esempio il caso della Gazzetta dello Sport -. La Federazione della Stampa ha già detto che sarà accanto ai colleghi per garantire il loro diritto allo sciopero».
Costante ha poi spiegato che «alcuni risultati sono già stati raggiunti», come la convocazione da parte del Dipartimento per l'Editoria del tavolo sull'equo compenso «dal quale gli editori scappavano» e per questo «ringrazio il sottosegretario Alberto Barachini», ha evidenziato la segretaria Fnsi e «ringrazio anche i vaticanisti - ha proseguito - che sono in viaggio con il Papa e che gli hanno presentato una lettera esponendo le ragioni della protesta. E il Pontefice ha annuito e ritenuto gravi i motivi dello sciopero».
Daniele Macheda, segretario dell'Usigrai, ha affermato che «i giornalisti Rai sono qui in piazza per difendere il contratto, che significa difendere i salari e i diritti». E Paolo Serventi Longhi, presidente Ungp, ha ribadito la richiesta ai giornalisti pensionati di non contribuire a sabotare la mobilitazione sostituendo i colleghi in sciopero per far contenti dei direttori irresponsabili».
In piazza anche il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio di Trapani, il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli; il presidente dell'Inpgi, Roberto Ginex con il vicepresidente, Mattia Motta; il segretario dell'Usigrai, Daniele Macheda, i colleghi e le colleghe della segreteria e della Giunta esecutiva della Fnsi, della Casagit, della Fondazione Murialdi e del Fondo di previdenza completamentare, segretari e presidenti delle Assostampa Regionali e degli Ordini regionali dei giornalisti, componenti dei Cdr, rappresentanti dei giornalisti lavoratori autonomi, delle associazioni Pluralismo e Libertà e Rete NoBavaglio.
Ai giornalisti, poi, il sostegno dei poligrafici. «La vostra battaglia è la nostra battaglia - il saluto di Giulia Guida della Slc Cgil - perché gli editori hanno scelto una strada che non è quella della tutela dei lavoratori».
Dagli interventi sono emersi i due concetti chiave della mobilitazione: dignità per il giornalismo e #IlNostroLavoroVale. Oltre all'idea che «da solo non si salva nessuno, ci salviamo solo lottando tutti insieme. Buono sciopero a tutte e tutti», ha concluso Costante. (mf)