La decisione della Fnsi di rompere le trattative con la Fieg per il rinnovo del contratto proclamando due giornate consecutive di sciopero ''danneggia gli interessi dell'intera categoria'': è la posizione della Fieg, che parla di ''richieste inaccettabili'' da parte del sindacato dei giornalisti a fronte di ''una soluzione equa e responsabile della vertenza'' prospettata dagli editori.
La decisione della Fnsi di rompere le trattative con la Fieg per il rinnovo del contratto proclamando due giornate consecutive di sciopero ''danneggia gli interessi dell'intera categoria'': è la posizione della Fieg, che parla di ''richieste inaccettabili'' da parte del sindacato dei giornalisti a fronte di ''una soluzione equa e responsabile della vertenza'' prospettata dagli editori. In una nota, la Fieg ''esprime rammarico e preoccupazione per la nuova rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico verificatasi ieri, 27 settembre, per iniziativa della Fnsi, che ha deciso di proclamare una serie di scioperi generali nel settore. Nel contesto della riapertura del negoziato contrattuale, interrotto il 23 maggio, la Fieg - si legge ancora nella nota - in un momento politicamente ed economicamente difficile della vita del Paese e in una fase di mutamenti che attraversano tutta l'area della comunicazione, ha proposto ai giornalisti una soluzione ponte per la definizione della vertenza basata sulla proroga di due anni della parte normativa del contratto, sul rinnovo dell'accordo biennale economico e sulla definizione di importanti problemi previdenziali del settore relativi alla riforma pensionistica dell'Inpgi, alle modifiche statutarie al regime della previdenza complementare, al rifinanziamento da parte dell'Inpgi degli interventi per favorire il riassorbimento dei giornalisti disoccupati e sulla proroga del condono contributivo''. Secondo la federazione degli editori, ''l'intesa non è stata raggiunta in quanto la Fnsi ha avanzato richieste inaccettabili sulla anticipata definizione dei problemi relativi all'applicazione della Legge Biagi e sulla regolamentazione del lavoro autonomo, la cui definizione doveva essere rinviata, nella logica della proroga della parte normativa, alla futura contrattazione quadriennale. La decisione della Fnsi appare pertanto tanto più incomprensibile in quanto anche sulla parte economica la distanza tra le parti non appare incolmabile ed un'intesa risulterebbe possibile. Respingendo la proposta degli editori e passando ad azioni di lotta, la Fnsi si è assunta la responsabilità di danneggiare gli interessi dell'intera categoria e di mettere in forse l'obiettivo comune di fornire una costante, ampia e libera informazione all'opinione pubblica. La Fieg - conclude la nota - è consapevole di aver proposto una soluzione equa e responsabile della vertenza contrattuale e si rammarica che uguale senso di responsabilità non sia stato manifestato dalla controparte''. (ANSA) Il Segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il rammarico e la preoccupazione della Fieg per la nuova rottura delle trattative contrattuali sono l’unico elemento condivisibile della nota diffusa oggi pomeriggio dagli editori. La Fieg, come è comprensibile, evita accuratamente di raccontare gli sviluppi del negoziato negli ultimi giorni. La verità è che, di fronte alla constatazione dell’inconciliabilità tra le piattaforme della Fnsi e della Fieg (per la prima volta trasmessa in forma articolata), e di fronte alle ipotesi di un conflitto difficile e prevedibilmente non breve, la Fnsi ha deciso responsabilmente, dopo l’incontro di giovedì 22 settembre, di verificare la percorribilità di una soluzione contrattuale transitoria che prevedesse lo slittamento delle decorrenze del contratto quadriennale, la conseguente proroga della parte normativa, un accordo economico biennale, la definizione di importanti problemi della previdenza generale Inpgi e di quella complementare. La Fnsi ha però posto, come condizione irrinunciabile, la sospensione degli effetti, devastanti per i giornalisti e per le redazioni, della legge 30 sul mercato del lavoro e del Decreto riguardante la totale liberalizzazione dei contratti a termine. La seconda condizione posta dalla Fnsi era l’apertura di un confronto che potesse prefigurare il riconoscimento contrattuale del ruolo dei giornalisti con rapporto di lavoro autonomo, e quindi dei libero-professionisti, dei freelance e dei collaboratori che vivono la difficile realtà di un duro precariato, sia dal punto di vista della dignità professionale sia da quella dell’esiguità dei compensi. Su questi temi la Fieg aveva proposto giovedì scorso la costituzione di Commissioni di analisi e di verifica accettando di sospendere tutti gli effetti della cosiddetta legge Biagi e di aprire per la prima volta un’ampia finestra contrattuale per il lavoro autonomo dei giornalisti. Una posizione ancora insoddisfacente ma che avrebbe potuto costituire un primo punto di partenza per un’intesa biennale, fatta salva la realistica fondatezza della piattaforma contrattuale della Fnsi. Nell’incontro di ieri le disponibilità a sterilizzare la legge 30 ed a trattare le condizioni e i compensi dei freelance, insieme con la relativa costituzione delle Commissioni, sono improvvisamente sparite dal tavolo. Non conosciamo le ragioni di questo cambiamento. Sappiamo che la Fnsi non può rinunciare a tutelare ed a rappresentare migliaia di giornalisti freelance e non può accrescere le forme più estese della flessibilità nei rapporti di lavoro, senza tradire le aspettative dell’intera categoria, ben tre mandati congressuali e le prospettive di un’informazione indipendente e di qualità. Non è peraltro vero che vi fossero posizioni vicine anche sulla stessa parte economica: la Fieg ha avanzato proposte di aumento sui minimi, ben inferiori agli incrementi ottenuti da altre categorie, definendole invalicabilii e non ulteriormente trattabili. Su queste basi la Commissione Contratto, la Giunta, la Consulta dei Presidenti delle Associazioni hanno all’unanimità dichiarato di respingere la nuova proposta di soluzione transitoria e di ricorrere immediatamente alla proclamazione delle iniziative di lotta. Non siamo un Sindacato di irresponsabili rappresentativo di una categoria irresponsabile. Prova ne sia che, pur tra mille dubbi e qualche riserva, avevamo deciso di percorrere la via del confronto. Sappiamo che gli scioperi che i giornalisti si apprestano ad attuare procureranno danni alle aziende e priveranno i cittadini dell’informazione. Non possiamo però che chiedere a tutte le colleghe ed ai colleghi di mobilitarsi per difendere la dignità e il futuro della professione e il diritto dei cittadini ad avere un’informazione corretta e di qualità. Anche per queste ragioni abbiamo deciso di informare della situazione le più alte cariche dello Stato e le Istituzioni democratiche.”