Esclusione di Ligresti dal patto Hdp Serventi Longhi: "Un fatto molto positivo ora Tatò sia interprete del pluralismo"
10 settembre 2002. ANSA - ''Giudico molto positivamente la decisione dei componenti del patto di sindacato di Hdp di non ammettere il Gruppo Ligresti''. Così il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, commenta la decisione del patto di sindacato di Hdp. ''E' importante che alcuni tra i maggiori esponenti dalla finanza e dell'industria italiana - sottolinea Serventi Longhi in una nota - abbiano preso atto che non ci sono le condizioni, allo stato, per un atto del genere. Bene ha fatto il sindacato dei Giornalisti, ed in particolare il cdr de Il Corriere della Sera, a rivendicare l'autonomia e l'indipendenza del giornale. Le decisioni assunte sembrano andare in questa direzione''. Per quanto riguarda invece la designazione alla presidenza di Franco Tatò, il segretario generale della Fnsi sottolinea che si tratta di ''un manager che conosce bene il ruolo dell'informazione e dell'editoria. Mi auguro - conclude - che sappia farsi interprete dei principi di pluralismo e di autonomia più che mai necessari nei prestigiosi quotidiani e periodici che è chiamato ad amministrare''. La notizia 10 settembre 2002. ADNKRONOS - Con un colpo di scena a sorpresa Franco Tatò torna protagonista dello scenario economico-finanziario. Sarà presidente di Hdp, la Holding di partecipazioni che controlla il più blasonato dei grandi quotidiani, il Corriere della Sera, in un momento quanto mai delicato. Ma l'incarico nella finanziaria che ha per soci anche Fiat, Pirelli, Edison, le Generali, IntesaBci e la famiglia Romiti, è solo una delle tappe della carriera di 'Kaiser Franz', un soprannome che Tatò si è conquistato sul campo in Germania dove ha lavorato a lungo. Dopo l'esordio nel 1956 al Gruppo Olivetti dove è restato per oltre 25 anni, Tatò, che è laureato in filosofia e parla perfettamente tedesco, è stato infatti per cinque anni amministratore delegato della Deutsche Olivetti Gmbh e poi presidente della Mannesmann-Kienzle. Oltre alla fama di supermanager, Tatò, sul campo, ha conquistato la nomea di grande tagliatore di costi, una caratteristica che ha consolidato come amministratore delegato della Arnoldo Mondadori e poi della Fininvest. Dopo un breve passaggio come vicepresidente della Fieg, la Federazione Italiana Editori di Giornali, nel giugno '96 è stato nominato amministratore delegato dell'Enel ed è rimasto al vertice del colosso elettrico fino al giugno di quest'anno. Attualmente Tatò fa parte del consiglio di Amministrazione della holding del lusso Prada e, dopo il 'blitz' di ieri è presidente dei Hdp dove, ha già fatto sapere, ''sono entrato in rappresentanza di me stesso''. 'Columnist' per il Mondo, Tatò ha pubblicato quattro libri e ha vinto il Premio Tevere per la saggistica.