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Internazionale 09 Lug 2006

Egitto, giornalisti in sciopero contro Mubarak. Non escono i giornali indipendenti

Braccio di ferro tra giornalisti e il presidente Hosni Mubarak: per la prima volta nella storia dell'Egitto contemporaneo, dei giornali non sono usciti per protesta contro un progetto di legge che pone pesanti limiti alla liberta' di stampa, violando le promesse di riforme politiche fatte dal regime

Braccio di ferro tra giornalisti e il presidente Hosni Mubarak: per la prima volta nella storia dell'Egitto contemporaneo, dei giornali non sono usciti per protesta contro un progetto di legge che pone pesanti limiti alla liberta' di stampa, violando le promesse di riforme politiche fatte dal regime

Alcune centinaia di giornalisti, di deputati dell'opposizione - principalmente i Fratelli musulmani - di membri del movimento Kefaya (Basta!) hanno dimostrato oggi davanti al parlamento al Cairo dove potrebbe venire approvata in via definitiva la nuova contestata legge sulla stampa. ''Per la liberta' di espressione, svegliati Egitto!'', era scritto su uno degli striscioni innalzati dai manifestanti. ''Il nostro e' un chiaro messaggio al parlamento perche' respinga questa legge'', ha detto uno dei partecipanti. Un'assemblea al sindacato dei giornalisti, che ha circa cinquemila iscritti, ha chiesto un incontro con Mubarak, perche' non firmi la legge, se dovesse essere approvata dal parlamento. ''La protesta andra' avanti'', ha detto all'Ansa Magdy el Gallal, direttore del quotidiano indipendente el Masri el Yom, di proprieta' di gruppo di industriali egiziani, fra cui il magnate della telefonia mobile Naguib Sawiris. Il giornale e' uno dei 26 fra quotidiani e settimanali indipendenti e d'opposizione che non sono stati pubblicati oggi. In vendita ci sono solo i quotidiani governativi e uno indipendente vicino al governo. Il progetto di legge, presentato dal governo come ''progressista'', cancella il carcere per alcuni reati di stampa, ma lo mantiene per molti, in particolare nel caso di denuncia di corruzione di funzionari pubblici. Come dire, mantiene il bavaglio all'unica forma di controllo su uno dei fenomeni piu' diffusi e deleteri del sistema. I giornalisti protestano anche per la pena prevista per ''lesa maesta' '' nei confronti del capo dello Stato. Il parlamento e' controllato dal Partito nazional democratico di Mubarak che vuole questa legge. Anche un'organizzazione egiziana per la tutela dei diritti umani ha denunciato il progetto di legge. ''La promessa fatta due anni fa dal presidente egiziano di cancellare la detenzione per i giornalisti per i reati a mezzo stampa, si riduce ad emendamenti che inaspriscono le pene per il giornalista o scrittore che si occupi di casi di corruzione'', afferma in un comunicato l'Arab Network for Human Rights Information. Il mese scorso, il direttore di un settimanale di opposizione e uno dei suoi redattori e' stato condannato in prima istanza a un anno di carcere per aver ''insultato'' Mubarak. ''E' un altro passo indietro rispetto alle promesse del presidente di riforme politiche e mostra la sua scarsa sincerita' '', ha detto Mohammed Habib, deputato dei Fratelli musulmani, che detengono un quinto dei seggi in parlamento. Il governo il mese scorso ha imposto l'approvazione di una nuova legge sulla magistratura, malgrado le critiche dei giudici e dell'opposizione, secondo cui non garantisce l'indipendenza della giustizia. (ANSA)

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