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Internazionale 03 Lug 2007

Editoria Usa, Goldman Sachs: almeno altri 5 anni di vacche magre

Il futuro per il mondo dell’editoria americana è tutt’altro che roseo, almeno quello a breve termine. Ad affermarlo è Peter Appert, analista di Goldman Sachs, che in una nota diffusa ieri ha ridotto sensibilmente le previsioni di crescita per il settore dei quotidiani

Il futuro per il mondo dell’editoria americana è tutt’altro che roseo, almeno quello a breve termine. Ad affermarlo è Peter Appert, analista di Goldman Sachs, che in una nota diffusa ieri ha ridotto sensibilmente le previsioni di crescita per il settore dei quotidiani

Appert e il suo team sono partiti dalle considerazioni degli editori pubblicate nell’ultimo rapporto semestrale sui media, nel quale si metteva in luce la difficoltà di rianimare gli anemici introiti pubblicitari. “La dimensione del recente declino è straordinaria per un periodo non di recessione – scrive Appert – e secondo noi fornisce le prove concrete che il passaggio verso il web sta accelerando”. Alcune compagnie secondo Goldman sarebbero più a rischio di altre: la banca ha infatti tagliato il rating dell’editore McClatchy da “neutrale” a “vendere”, e ha confermato per il New York Times Co. il rating “vendere”. Le due compagnie in particolare sono state prese a esempio perché fondano il proprio business esclusivamente su quotidiani. L’analisi di Goldman Sachs ha preso comunque in considerazione numerosi elementi, come il fatto che i quotidiani da tempo non sono più il principale punto di riferimento per gli annunci a pagamento e che il periodo di transizione dalla stampa al web sarà “lungo e doloroso”. Secondo gli analisti infatti ci vorranno almeno cinque anni prima che gli introiti della pubblicità sul web possano arrivare a bilanciare quelli persi dalle inserzioni su carta. Ad ogni modo, una volta che la transizione sarà completata il futuro appare più roseo: “Crediamo – scrive Appert – che alla fine gli editori di giornali torneranno in salute e in una posizione di primo piano nel mercato dei media”. (9Colonne)

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