«Il punto di partenza è la tutela del pluralismo. Si è ritenuto utile fornire uno strumento con un raffronto con la situazione negli altri Stati europei per dare dati certi e inequivocabili alla discussione. Si tratta di un ulteriore step nell'ambito di un percorso per la soluzione di una serie di problematiche, come fatto sul copyright e sull'Inpgi». Lo ha evidenziato il sottosegretario Giuseppe Moles intervenendo alla presentazione del dossier "Il sostegno all'editoria nei principali Paesi d'Europa", curato dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio e presentato oggi, 21 dicembre.
Iniziativa «utile», secondo il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, per il quale «mettere a confronto i sistemi europei consente di sfatare le fake news secondo cui è solo il governo italiano a sostenere l'informazione. L'editoria - ha rilevato - viene sostenuta in tutti i Paesi democratici perché è uno dei pilastri della democrazia ed è essenziale per la tenuta delle istituzioni democratiche e per la corretta formazione dell'opinione pubblica».
A margine della presentazione, Lorusso ha anche osservato che «l'Italia, anche in periodo pandemico, ha messo in campo delle misure straordinarie a tutela del settore che adesso vengono riproposte nella legge di stabilità con l'istituzione di un fondo straordinario. Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che queste risorse vengano sempre più agganciate alla tenuta occupazionale e al contrasto del precariato, quindi alla creazione di nuova occupazione, perché non possiamo rassegnarci all'idea che il precariato debba diventare l'elemento distintivo di questo settore. In questo settore il lavoro c'è, solo che molto spesso non viene correttamente riconosciuto e inquadrato. Le risorse pubbliche devono servire anche a questo. Si deve pensare a un sistema analogo a quello introdotto per le emittenti locali: chi accede ai finanziamenti lo fa in base a un punteggio che viene maturato soprattutto in relazione ai dati dei fatturati e dell'occupazione».
Durante l'incontro, il sottosegretario Moles ha anticipato l'intenzione di aprire da gennaio dei tavoli informali con l'avvio di un percorso condiviso da tutti gli stakeholders. «Una nostra iniziativa di tipo informale per far sì che gli attori possano esprimersi. Non saranno istituiti attraverso un decreto o altro, anche perché iniziative di questo tipo sono spesso infruttuose», ha spiegato, precisando che «tutti gli strumenti che possiamo mettere a disposizione non possono che partire dalla tutela dell'occupazione non solo per tutelare quella esistente, ma anche per consentire alle imprese di crearne di nuova».
Per il segretario Lorusso, «i tavoli sono sicuramente un passo importante. Noi – il commento – ci auguriamo che da questo confronto possa arrivare la spinta per riformare sia pure non nell'immediato, perché la legislatura è agli sgoccioli, la legge per l'editoria, perché questo settore in profonda trasformazione, che sta andando più o meno speditamente verso il digitale, ha bisogno di una legge di sistema che non può essere la legge del 1981 che, per quanto molto valida sotto il profilo tecnico giuridico, è una legge evidentemente di un'altra epoca».
Fra i temi toccati dal sottosegretario all'editoria nel corso della presentazione dello studio anche quello delle agenzie di stampa, per il quale ha annunciato una breve proroga dell'attuale sistema per poi istituire una commissione ad hoc a Palazzo Chigi «che possa in breve tempo e in maniera condivisa individuare la soluzione che tutti gli attori interessati al dossier delle agenzie possano ritenere più utile per il mantenimento dei livelli occupazionali e della qualità dell'informazione».