Dall'assemblea dei periodici la preoccupazione per un settore in difficoltà
Quasi duecento giornalisti che lavorano nei periodici italiani hanno partecipato nei giorni scorsi all’assemblea indetta a Milano dal neonato Coordinamento nazionale di settore formatosi all’interno della Federazione Nazionale della Stampa. È stata una mattinata piena di idee, proposte, testimonianze, a conferma che i colleghi dei periodici, da sempre in prima linea nelle lotte sindacali perché da sempre prime vittime degli esperimenti degli editori, hanno ancora voglia di discutere, contare e agire. Quello dei periodici è un settore in difficoltà; la congiuntura economica negativa e la legge Gasparri ne limitano le risorse, c’è crisi di credibilità per una pubblicità sempre più indispensabile e sempre più invadente, gli altri mezzi di informazione diventano spesso dei concorrenti diretti. Ma tutto questo non giustifica l’arrembaggio delle aziende a tagliare posti di lavoro, chiudere testate, decentrare la produzione, cedere giornali ad aziende in cui i colleghi sono meno pagati e poco (o per nulla) tutelati. Paolo Serventi Longhi (segretario nazionale) e Guido Besana (vicesegretario), a nome dell’intera Giunta Fnsi, ma anche Giovanni Negri, presidente della Associazione Lombarda, e tutti i colleghi dei Comitati di redazione del settore intervenuti, da Rizzoli a Gruhner, da Mondadori a Hachette, da Universo a Darp, all’Espresso, concordano che il nuovo contratto dovrà meglio e con più severità regolare il lavoro nella nostra categoria, nei periodici soprattutto: troppi i contratti a termine, troppe le posizioni “atipiche” (“Sono talmente tante, che i lavoratori atipici sono ormai gli altri, quelli con l'articolo 1…”, ha commentato l’avvocato Mario Fezzi), troppo abusivato, troppi stagisti usati impropriamente. È indispensabile rafforzare i poteri dei Cdr e dei coordinamenti dei Cdr, e segnare con paletti sempre più precisi l’uso dei colleghi nelle funzioni multi-mediali e multi-testata che sempre più le grandi aziende, agglomerati di quotidiani, periodici, radio, tv, siti internet e altro, richiedono. Anche perché i periodici sono il settore in cui è più elevata la presenza di società straniere: talmente abituate ad operare, a casa loro, con maggiori flessibilità organizzative e minori tutele sociali da (cercare di) comportarsi nella stessa maniera a casa nostra. Ma si dovrà anche dare una svolta positiva, contrattualmente chiara in termini economici e normativi, alla condizione del grandissimo numero di colleghi freelance che nei periodici sono la maggioranza degli scriventi. Non poteva esserci inizio migliore di questa, confortato dall’interesse e dalla presenza di tanti colleghi, per il Coordinamento periodici Fnsi, che sarà d’ora in poi a fianco dei Cdr negli impegni aziendali ma soprattutto cercherà di essere attivo e propositivo per la piattaforma contrattuale. E nella gestione delle lotte che la vertenza contrattuale comporterà. Il coordinatore Periodici Fnsi Gabriele Porro