In occasione dell'8 marzo si moltiplicano le iniziative per richiamare l'attenzione sullo specchio, ossia sul modo in cui l'informazione e la comunicazione raccontano le donne.
Noi lo facciamo da tempo e d'altra parte questo è proprio il ruolo cardine di autocontrollo della Cpo/Fnsi, ma vediamo, con soddisfazione, che sempre più istituzioni nazionali e internazionali assumono come fondamentale il tema della rispondenza nella rappresentazione delle donne entro giornalismo, fiction, intrattenimento, pubblicità. Ma per mirare a questo fine occorre un mezzo, se non "il" principale mezzo: la presenza massiccia delle donne nel lavoro e nei vertici delle aziende di informazione e comunicazione. Ossia, come questa Cpo ha sempre sostenuto, "tante quanti": tante nei diversi gradi della professione come pure della rappresentanza politica (sindacale, ordinistica, di servizio) quanti loro... Fra le molte iniziative è importante esserci nell'operazione"L’informazione la fanno le donne" promossa dall’UNESCO, destinata a favorire l’eguaglianza dei sessi nei media e lanciata per l’ottavo anno consecutivo in occasione dell’8 marzo. Non è un'iziativa d'avanguardia nè per livello d'elaborazione nè per attrattiva, ma è importante proprio perchè mondiale. Ed è alla portata di ciascuna: basta cliccare e spedire. L'Unesco invita le giornaliste a "produrre articoli e servizi speciali che mettano in risalto, dal loro punto di vista, i molteplici talenti, successi e contributi che ad esse appartengono". Ovvero ad inviare pezzi già prodotti oltre che di condividere quanto già pubblicato sul sito “Women make the news”(http://portal.unesco.org/ci/en/ev.php-URL_ID=18295&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html). L'iniziativa è ripresa dal sito della Federazione internazionale, ma qui di seguito i colleghi possono trovare il comunicato Unesco e l'ufficio italiano di riferimento, a Roma. Buon otto marzo a tutte e a tutti dalla Cpo/Fnsi, Marina Cosi UNESCO: campagna "L'informazione la fanno le donne" Il tema della campagna di quest’anno è stato prescelto perché, nella maggior parte dei Paesi, il modo in cui le donne vengono rappresentate non è molto migliorato nonostante sia aumentato il numero di quelle che lavorano come capo-redattrici, giornaliste, corrispondenti, conduttrici o presentatrici. Tre monitoraggi internazionali sulle donne nei media, effettuati nel 1995, 2000 e 2005 sotto il coordinamento dell’Associazione Mondiale per la Comunicazione Cristiana (World Association for Christian Communication - WACC), mostrano che i media popolari tendono a rappresentare le donne come dotate di fascino irreale o come vittime di abusi, specialmente a carattere sessuale. Le donne giornaliste godono di una posizione privilegiata per raccontare le sfide e i successi quotidiani delle donne: in occasione della giornata dell’8 marzo l’UNESCO propone alle organizzazioni mondiali dei media di aiutarle a farlo. Le donne fanno l’informazione 2008 è una reale occasione per promuovere l’uguaglianza dei sessi nelle redazioni, nel principio delle pari opportunità e, insieme, dei più alti standard di qualità giornalistica. Nel lanciare l’operazione, il Direttore Generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura, ha scelto di sottolineare che è necessario porre l’eguaglianza dei sessi, ad ogni livello professionale, in prima linea tra le priorità di ogni società. La responsabile è Isabella Costantini, 06.6873712211; unesco.stampa@esteri.it