Un nuovo episodio di richiesta di risarcimento danni che si trasforma in un tentativo di imbavagliare la stampa. Accade in Calabria, a Cosenza, dove la società che, tra l’altro, edita anche il quotidiano La ‘Provincia di Cosenza’, sentendosi diffamata ha chiesto 5 milioni di euro al giornalista Adriano Mollo per due articoli. E 5 milioni al presidente della Regione e altrettanti rispettivamente alle società editrici del Quotidiano del Sud e del Quotidiano della Calabria. Parisi (Sgc): “Le querele temerarie sono usate come strumento di intimidazione”.
Cinque milioni di euro al giornalista Adriano Mollo,
caporedattore de Il Quotidiano del Sud, cinque milioni al governatore della
Regione Calabria Mario Oliverio ed altrettanti alle società editrici del
Quotidiano del Sud (Eps) e del Quotidiano della Calabria (Finedit): tanto ha
chiesto Filomena Greco, amministratore della Clinica Madonna della Catena srl
di Dipignano, in provincia di Cosenza, come risarcimento per i danni che il
gruppo IGreco, che fra l’altro edita il quotidiano La Provincia di Cosenza (quello
della redazione sparita e riapparsa il giorno dopo senza 4 giornalisti),
ritiene di aver subito a seguito della pubblicazione di due articoli a firma di
Mollo, uno del 26 luglio e l’altro del 21 settembre 2015.
“Mollo è ‘reo’ – riporta il sito giornalistitalia.it – di aver descritto le
tensioni che ci sono all’interno del Pd regionale, dopo le polemiche seguite
alla ripartizione del fondo sanitario regionale (189 milioni di euro) per le
cliniche private accreditate. Ripartizione avvenuta con decreto del commissario
alla Sanità inviato in Calabria dal Governo Renzi. Nell’articolo del 21
settembre si fa anche riferimento alla cena che i renziani calabresi hanno
tenuto nell’albergo di proprietà della famiglia Greco, cena pagata dal deputato
Ernesto Magorno come riporta lo stesso Quotidiano del Sud. Un articolo che non
è piaciuto neppure ai deputati Ferdinando Aiello ed Ernesto Carbone, anche loro
citati da Mollo, che hanno minacciato, manco a dirlo, querela”.
“Quella delle citazioni o delle minacce di querela accompagnate da richieste di
risarcimento danni milionarie è una prassi intimidatoria purtroppo sempre più
in voga contro i giornalisti”, commenta Carlo Parisi, segretario del Sindacato
Giornalisti della Calabria e componente della Giunta esecutiva della Fnsi, che
aggiunge: “L’unico obiettivo di richieste spropositate come quella fatta,
stavolta, ad Adriano Mollo, altro non è che quello di scoraggiare l’attività
dei cronisti. Impauriti o, meglio, intimiditi da una mostruosa ipotesi che
farebbe rizzare i capelli persino a Paperon de’ Paperoni, i giornalisti faranno
un passo indietro e la smetteranno di scrivere ‘cose’ scomode. Questa è la
speranza o, meglio, la chiara volontà di chi utilizza, con troppa
spregiudicatezza, lo strumento della minaccia di citazione o querela con
risarcimento danni a 6 zeri”.
È chiaro che “se tutti i giornalisti che fanno cronaca giudiziaria o scrivono
di politica – incalza Parisi – dovessero scrivere solo ciò che piace o fa
comodo a chi siede su questa o quella poltrona, per evitare di incappare in
querele mostruose o ‘procedure di mediazione’ propedeutiche all’atto di
citazioni come questa, non avrebbe più senso fare informazione. È quanto mai
necessario prevedere una chiara ed efficace normativa contro le querele
temerarie ed i risarcimenti milionari”.
“Altrettanto urgente – ribadisce Carlo Parisi – è un intervento del Parlamento
sulla diffamazione a mezzo stampa. Eliminata l’aberrante ipotesi di punire i
giornalisti con il carcere, è indifferibile l’esigenza di stroncare le querele
temerarie o, peggio, le minacce di querele, usate come strumento di
intimidazione e di censura della libertà di stampa. Ad Adriano Mollo vanno,
naturalmente, tutta la solidarietà e il sostegno del Sindacato Giornalisti
della Calabria e della Fnsi”. (Da www.giornalistitalia.it)