Tv e radio si rafforzano grazie al web combinando programmazione lineare e palinsesti personali. Crescono ancora internet, smartphone e social network. In dieci anni è quadruplicata la spesa per i telefoni. E si è fermata l'emorragia di lettori della carta stampata: nell'ultimo anno +2,5% la spesa per libri e giornali. Ma nell'era biomediatica per un giovane su dieci la propria identità coincide con il profilo social. Questi alcuni dei principali contenuti del 16esimo Rapporto Censis presentato giovedì 20 febbraio 2020 in Senato.
Nel 2019 è stabile la fruizione della televisione, ma si registra una flessione dei telespettatori della tv tradizionale, mentre resta salda l'utenza della tv satellitare e crescono significativamente la tv via internet e la mobile tv. La radio continua a rivelarsi all'avanguardia dentro i processi di ibridazione del sistema dei media e si mantengono stabili i radioascoltatori, pur con un considerevole incremento della fruizione attraverso lo smartphone. Si registra inoltre un aumento dell'uso di internet e degli smartphone.
E se i media a stampa sono ancora nella crisi, sembra essersi fermata l'emorragia di lettori: quelli dei quotidiani, che nel 2007 erano il 67% degli italiani, si sono ridotti al 37,3% nel 2019, praticamente gli stessi di un anno prima (il 37,4% nel 2018). Le edizioni online dei giornali si attestano a una quota di utenza pari al 26,4% (la stessa di un anno fa: +0,1%). Nel campo dei periodici, flettono leggermente i settimanali (il 30,1% di lettori, -0,7% in un anno) e tengono i mensili (il 27,4% di lettori: +0,9%). Mentre gli aggregatori di notizie online e i portali web d'informazione sono consultati dal 51,6% degli italiani (+5,5% sull'anno precedente). Resta ancora lontana dai livelli pre-crisi, infine, la spesa delle famiglie per i consumi mediatici, con un vero e proprio crollo nel decennio degli acquisti di libri e giornali, che però si è arrestato nell'ultimo anno.