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Cronaca 05 Feb 2008

Caso Unabomber, Fnsi: “Inaccettabile la perquisizione fatta al giornalista Carlo Mion de La Nuova di Venezia” Solidarietà al cronista dal Sindacato veneto e dal Cdr: "Un dovere pubblicare le notizie" Unci: “La procura contro il c

“La perquisizione dell’abitazione, e della sua postazione nella redazione de La Nuova di Venezia, del collega Carlo Mion è non solo incomprensibile ma addirittura inaccettabile.

“La perquisizione dell’abitazione, e della sua postazione nella redazione de La Nuova di Venezia, del collega Carlo Mion è non solo incomprensibile ma addirittura inaccettabile.

Diciamolo francamente, non se ne può più di queste scorribande di una parte della magistratura contro colleghi che hanno la sola colpa di fare il loro mestiere al meglio e di mettere giustamente gli occhi su inchieste, anche scandalose, come quelle del caso di ‘unabomber’. Lo ricordava recentemente anche il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, (a cui rinnoviamo l’invito ad incontrarci) se il giornalista ha delle notizie tra le mani ha il dovere di pubblicarle. Siamo dunque vicini al collega Carlo Mion e a tutti, molti, quei giornalisti che vogliono esercitare la professione ed il diritto-dovere di informare la pubblica opinione su fatti che altri forse non vorrebbero fossero resi noti in tutta la loro gravità”. Un altro cronista veneto finisce nel mirino della Magistratura per aver svolto il suo lavoro, quello di informare i lettori. Recentemente il Consiglio superiore della Magistratura ha ribadito che se un giornalista entra in possesso di una notizia ha il dovere di pubblicarla. E allora perché ieri gli investigatori di polizia giudiziaria hanno perquisito alle 7 di mattina la casa del collega Carlo Mion e poi si sono impadroniti dei file e dei documenti che il collega ha nel computer e nei cassetti del suo posto di lavoro nella redazione della Nuova Venezia? Tutto per un articolo pubblicato tre mesi fa relativo all'inchiesta su Unabomber. Nel Veneto purtroppo questo è solo l'ultimo episodio di una serie preoccupante: ricordiamo il caso di Ugo Dinello (La Nuova), di Lino Lava (Gazzettino), di Enzo Bordin (Mattino), di Diego Neri (Giornale di Vicenza). Ora come allora è piena la solidarietà del Sindacato giornalisti del Veneto ai colleghi che svolgono correttamente il loro mestiere di cronisti. Sorge il legittimo sospetto che ci sia chi voglia imbavagliare l'informazione ma nessuno cederà a censure di qualsivoglia natura. Dopo la caduta del Governo è sospesa la minaccia della famigerata legge Mastella ma all'orizzonte già si annunciano altre leggi liberticide e antidemocratiche. Sia chiaro, la battaglia per la libertà di stampa a tutela del diritto-dovere di cronaca è uno dei punti qualificanti dell'azione di lotta di Sindacato e Ordine e su questo fronte la guardia non sarà mai abbassata. La Giunta del Sindacato giornalisti del Veneto Il Cdr di Nuova Venezia Mattino di Padova e Tribuna di Treviso in una nota interviene sulle perquisizioni che hanno riguardato stamane il collega Carlo Mion disposte dalla procura della Repubblica di Venezia. «Una perquisizione a sorpresa - è detto - che arriva a tre mesi dalla pubblicazione di un articolo sulle indagini sul caso Unabomber». «Il comitato di redazione dei quotidiani del gruppo Finegil - prosegue - esprime piena solidarietà al collega Carlo Mion e alla redazione della Nuova Venezia, che subisce per la seconda volta una perquisizione, sempre dopo la pubblicazione di importanti notizie su questa indagine. Il Cdr non può che stigmatizzare una azione che mira a colpire chi svolge un'attività di limpida e doverosa inchiesta su fatti rilevanti di cronaca e condanna qualsiasi tentativo di mettere il bavaglio o intimidire i giornalisti che vanno alla ricerca della verità, facendo il loro lavoro fino in fondo. E come hanno segnalato nei giorni scorsi i vertici dell'Ordine nazionale dei giornalisti è tempo - conclude il Cdr - che si faccia chiarezza non tanto sui limiti dei giornalisti ma su quelli della magistratura che sembra non vedere quel che anche il Csm, il Consiglio superiore della magistratura, ha di recente doverosamente ribadito: un giornalista ha il dovere di pubblicare le notizie di cui entra in possesso». L’Unione Nazionale Cronisti Italiani comunica: “L'hanno tirato giù dal letto alle sette del mattino e gli hanno perquisito la casa. Poi l'hanno portato in redazione e gli hanno perquisito la scrivania e frugato nella memoria dell'hard disc. Non siamo in Uzbekistan ma in Veneto, dove oggi è stato preso di mira dalla Procura il settimo giornalista in pochi mesi. Carlo Mion, redattore della "Nuova di Venezia e Mestre" è stato perquisito su ordine del sostituto procuratore Michele Dalla Costa ancora una volta per i servizi sul caso "Unabomber". Cinque agenti della sezione di polizia giudiziaria hanno passato a setaccio la sua abitazione di primo mattino e poi hanno frugato la memoria del suo computer in redazione a Mestre, sequestrando file e file di memoria e acquisendo documenti. Dopo i colleghi Lino Lava (Il Gazzettino) ed Enzo Bordin (il Mattino di Padova), dopo i colleghi de il Trentino, dopo Claudio Ernè, giudiziarista del Piccolo di Trieste, dopo Ugo Dinello, cronista della "Nuova" e Diego Neri (Il Giornale di Vicenza) il collega Carlo Mion sta pagando il buon lavoro svolto per informare i lettori. La perquisizione di oggi appare ancora più incredibile e dal tono intimidatorio se si pensa che si riferisce a notizie comparse su "la Nuova" nel novembre dell'anno scorso. La magistratura evidentemente pensa di poter impedire ai cronisti di adempiere al diritto-dovere di cronaca di informare i cittadini sugli sviluppi della inchiesta sull’inafferrabile Unabomber. L'Unione nazionale cronisti italiani e il costituendo Gruppo cronisti veneti protestano per questo comportamento della magistratura di Venezia, che segnaleranno al CSM, e sollecitano l’intera categoria e reagire per tutelare la libertà di informazione”.

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