Il Gruppo Cronisti Lombardi esprime «solidarietà al Tg3 e alla Tgr in merito alla messa in onda del filmato relativo alla tragedia del Mottarone. Certamente – si legge in una nota – ognuno di noi può, a livello di sensibilità personale, ritenerlo prezioso o eccessivamente impressionante, sono valutazioni tutte meritevoli del massimo rispetto. Il video però è stato diffuso con le dovute accortezze, era a conoscenza delle parti coinvolte, ed è estremamente importate per far capire alla gente cosa sia davvero successo: tre elementi che lo rendono non solo pubblicabile, ma di grande rilevanza informativa».
I Cronisti Lombardi, inoltre, «ritengono il comunicato della Procura competente inopportuno nei contenuti e nei modi, e ricordano che ogni qual volta si è di fronte a una tragedia il rispetto e la delicatezza dell'operare giornalistico, sempre necessari, non possono mai divenire scuse per sottacere o tenere sotto chiave la verità, soprattutto da parte di enti, come i tribunali, che spesso e volentieri (anche se non in questo caso) sono i primi a far trapelare atti salvo poi condannarne la pubblicazione. Allo stesso modo – prosegue il gruppo presieduto da Fabrizio Cassinelli – la privacy non può essere evocata come forma di censura preventiva, e comunque di fronte a fatti gravi e a informazioni davvero rilevanti, riteniamo che sia da valutare con grande attenzione».
I Cronisti Lombardi esprimono solidarietà anche a Rai 3 e alla trasmissione Report. «Nel ricordare che la riservatezza delle fonti è alla base stessa del diritto di cronaca, e quindi della libertà di stampa, tra i pilastri di questa società democratica – incalza il gruppo di specializzazione – i Cronisti stigmatizzano l'uso di procedure amministrative per intervenire contro l'informazione, già regolata da precise norme deontologiche e giurisprudenziali».
Il Gruppo Cronisti dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, infine, «si schiera a fianco di Fnsi e Odg e ricorda che il delicatissimo lavoro di cronista rischia di essere totalmente inficiato dalla mancanza di tutela delle fonti e da limiti pretestuosi alla pubblicazione. Nessun cronista che creda nel suo lavoro e nel suo ruolo si dovrebbe piegare alla richiesta di svelare le proprie fonti né censurare un filmato di grande rilevanza pubblica».