CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale (Foto: @CorteCost)
Diffamazione 23 Giu 2021

Carcere per i giornalisti, Article 19: «Auspicabile la riforma della legge sulla diffamazione»

L'organizzazione con sede a Londra e una serie di altre associazioni per la libertà  di informazione, fra cui la Efj, intervengono all'indomani della sentenza della Corte costituzionale chiedendo nuove regole anche per contrastare il fenomeno delle 'querele bavaglio', o Slapp, come vengono definite in ambito europeo.

«Una riforma del quadro giuridico relativo alla diffamazione [in Italia] è urgente al fine di contrastare il fenomeno delle "querele bavaglio", o, come definite in ambito europeo, Slapp (Strategic Litigation Against Public Participation), che proprio per il loro carattere intimidatorio generano fenomeni di autocensura tra i giornalisti e più in generale rappresentano un deterrente alla pubblicazione da parte delle testate di informazioni sensibili o controverse, per timore di incorrere in lunghi e costosi procedimenti legali». Lo evidenziano, all'indomani della decisione con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale l'articolo 13 della legge sulla stampa del 1948, l'organizzazione Article19 e una serie di altre associazioni per la libertà di informazione, fra cui la Federazione europea dei giornalisti.

«La Commissione europea – ricordano in una nota – consapevole della necessità di contrastare questo fenomeno all'interno dell'Unione, si è impegnata ad emanare misure per contrastare le Slapp in Ue, anche a seguito delle richieste in tal senso presentate da una coalizione composta da 60 organizzazioni attive sul territorio che include anche i membri del consorzio Media Freedom Rapid Response. Anche il Parlamento europeo si è attivato, dando il via ad un "own-initiative report", che sarà discusso il 28 giugno, al fine di stimolare la Commissione ad adottare misure legislative a riguardo».

I firmatari del comunicato «sottolineano l'urgenza che il Parlamento italiano inizi al più presto una riforma adeguata del quadro normativo sulla diffamazione in linea con gli standard internazionali sulla libertà d'espressione. Tale riforma dovrebbe da un lato attuare una depenalizzazione della diffamazione e dall'altro porre dei limiti in sede civile alle richieste di risarcimento di modo che esse non rappresentino un ulteriore ostacolo alla professione giornalistica. Inoltre, essa dovrebbe essere accompagnata dall'introduzione di altri elementi essenziali in considerazione delle criticità che il fenomeno delle Slapp contro i giornalisti presenta nel contesto italiano».

La richiesta al Parlamento, quindi, è che «ponga tale riforma, sia sulla normativa penale che civile, tra le sue priorità e che apra un ampio ed inclusivo dibattito finalizzato ad identificare misure adeguate ad ovviare alle criticità poste dall'attuale situazione italiana e per porre in essere un sistema che protegga i giornalisti da un uso indiscriminato della legge al fine di silenziarli o screditarli».

@fnsisocial

Articoli correlati