«È paradossale che, mentre l'Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta non ha un ufficio stampa e non ci sono giornalisti che informano delle attività dell'azienda a nessun titolo, si emani un bando per un posto di Specialista della Comunicazione istituzionale». Lo dichiarano il segretario di Assostampa Siciliana Roberto Ginex, il presidente regionale del Gruppo Uffici Stampa, Vito Orlando e la segretaria provinciale di Caltanissetta dell'Assostampa, Ivana Baiunco.
«Eppure – proseguono – nel piano triennale del fabbisogno, su input dell'assessorato alla Salute, sono stati inseriti sia il profilo di giornalista pubblico che quello dello specialista della comunicazione. Così invece avremo chi può inserire i contenuti sui social media, ma senza il professionista abilitato a fornire i contenuti. Irrituale poi che questo bando avvenga a tempo determinato, quando in tutta la Sicilia le aziende stanno bandendo concorsi per centinaia di posti di personale sanitario a tempo indeterminato. Si crea così solo nuovo precariato, nella speranza di ulteriori, ennesime, proroghe della legge Madia sulle stabilizzazioni».
Nel bando viene inoltre previsto che la commissione esaminatrice sia composta da due dipendenti di aziende sanitarie nel profilo messo a selezione, ma non risulterebbe che questo nuovo profilo sia ancora stato applicato in quelle siciliane. Assostampa e Gus siciliani chiedono allora che, prioritariamente, sia emanato il bando, a tempo indeterminato, per il giornalista pubblico, e quindi quello dello specialista della comunicazione, «sempre a tempo indeterminato».
Le informazioni per la stampa da parte dell'Asp finora sono state affidate solo a una chat con i giornalisti locali creata dal direttore generale Alessandro Caltagirone durante la prima emergenza covid. «I vertici aziendali non tengono nemmeno in alcun conto la recente audizione dell'Assostampa in commissione Sanità dell'Ars, dove l'assessore regionale alla Salute definì 'opportuna' la richiesta di bandire i posti in organico di giornalista pubblico in tutti gli uffici stampa delle aziende sanitarie. Finita la fase dell'emergenza covid – concludono i rappresentanti sindacali – non si consentirà più che soggetti non abilitati dalla legge inviino comunicati, note o informazioni alla stampa, anche interessando procure e Corte dei conti». (Adnkronos)