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Un momento dell'assemblea annuale dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia
Associazioni 30 Mag 2022

Trieste, assemblea dell'Assostampa nel ricordo di Luciano Ceschia

Il presidente onorario del sindacato regionale, alla guida della Fnsi negli anni '70, ricordato dal segretario generale Raffaele Lorusso, in un messaggio, e dal presidente Giuseppe Giulietti, collegato da remoto. Al centro dei lavori anche la necessità  di mobilitarsi per la dignità  del lavoro giornalistico e la libertà  di informazione.

Si è svolta lunedì 30 maggio 2022, al Circolo della Stampa di Trieste, l'assemblea annuale dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, che ha approvato all'unanimità il bilancio consuntivo 2021 e preventivo 2022. L'assemblea si è aperta con il ricordo di Luciano Ceschia, presidente onorario dell'Assostampa, già segretario generale della Fnsi, scomparso nelle scorse settimane. Ceschia è stato ricordato anche dal segretario generale Raffaele Lorusso, in un messaggio inviato all'assemblea, e dal presidente Giuseppe Giulietti, collegato da remoto. All'inizio dell'assemblea è stato ricordato anche lo scrittore e intellettuale triestino di lingua slovena Boris Pahor.

«La concomitante assemblea della Federazione internazionale dei giornalisti mi impedisce di partecipare alla vostra assemblea annuale», scrive Lorusso. «Ne sono sinceramente dispiaciuto, soprattutto – si legge – perché si tratta della prima assemblea senza Luciano Ceschia. Per l'Associazione della Stampa del Friuli-Venezia Giulia, ma soprattutto per la Fnsi, Luciano è stato un esempio. I suoi punti di riferimento, fino all'ultimo, sono stati i valori e i principi della Carta Costituzionale della Repubblica italiana, nata dalla resistenza al nazifascismo, e un'idea di sindacato capace di coniugare libertà e giustizia sociale. Noi tutti, a cominciare dal sottoscritto, al quale mai ha fatto mancare il suo sostegno e un continuo e paterno incoraggiamento, abbiamo perso un amico sempre prodigo di suggerimenti e di consigli. Nella fase difficile, se non drammatica, che sta attraversando il nostro settore, l'esperienza e la saggezza di Luciano sarebbero tornate utili. Dovremo fare da soli, facendo tesoro dei suoi insegnamenti, consci della necessità di dover aggredire un futuro pieno di incognite. Dobbiamo fare squadra, essere uniti, mantenendo però ferma la consapevolezza che unità non può e non deve significare unanimismo. L'unità si costruisce intorno ai valori, che per noi non possono che essere quelli della Costituzione, e ad un'idea di professione che sappia coniugare rigore etico e solidarietà nei confronti di chi ha diritto a processi di inclusione piena nel mondo del lavoro. Nel nostro Paese, la libertà di stampa, il diritto di cronaca, il diritto dei cittadini ad essere informati sono quotidianamente calpestati. Minacce, aggressioni, querele bavaglio, intrusioni sempre più intollerabili da parte della magistratura, in totale dispregio del segreto professionale e del diritto alla tutela delle fonti, stanno diventando una sorta di normalità che non si può accettare. A parole tutti sono dalla parte dei giornalisti, soprattutto quando si tratta di esprimere loro solidarietà. I fatti, però, raccontano di un Parlamento che continua a non prendere in considerazione proposte di legge, come quella di contrasto alle querele bavaglio, che, se approvate, contribuirebbero a rendere l'Italia un Paese più civile e a farle scalare posizioni nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa. Lo stesso discorso vale per il lavoro, che in Italia è sempre più bistrattato. La precarietà è diventata il tratto distintivo dell'epoca attuale. I giornalisti, al pari di altre categorie di lavoratori, hanno sempre meno diritti, tutele e garanzie. Migliorare le condizioni materiali dei nostri colleghi, attraverso percorsi mirati di inclusione, deve restare il nostro obiettivo. È questo il messaggio che, anche attraverso iniziative pubbliche, dobbiamo recapitare agli editori e alla politica di questo Paese. Non ci rassegneremo all’idea che le giovani generazioni, non soltanto di giornalisti, siano condannate a non avere futuro».

Il presidente Giuseppe Giulietti, ricordando Ceschia ma anche altri due colleghi del Fvg scomparsi, Sergio Canciani e Demetrio Volcic, ha anticipato che la Fnsi sta raccogliendo gli scritti principali di Ceschia per presentarli alla Fondazione Murialdi. «Il Friuli Venezia Giulia – la riflessione – è diventato un laboratorio per il dibattito sul giornalismo, grazie a iniziative come il Festival Link, il premio Luchetta, le iniziative di Leali delle Notizie e altre esperienze». Giulietti è poi tornato sulla decisione di Fnsi e Assostampa di costituirsi parte civile per sostenere i giornalisti aggrediti e minacciati – problema che nel Paese sta esplodendo, così come peggiorano le condizioni della libertà di stampa – proponendo un'iniziativa pubblica in occasione della prima udienza del processo per l'aggressione a un collega di Trieste. «È necessario riunire subito il Coordinamento degli enti di categoria – la proposta – per programmare delle manifestazioni nazionali sulle querele bavaglio e sull'equo compenso, temi fermi ormai da tempo nonostante la gravità della situazione. Sull'equo compenso, fra l'altro, c'è già una base di discussione preparata dalla Commissione lavoro autonomo: è urgente prevedere una tutela per i freelance e precari, impegnati anche in aree di guerra».

In chiusura il presidente Fnsi ha anche dedicato un pensiero a Pierluigi Di Piazza, presidente di Articolo21 Friuli Venezia Giulia da poco scomparso. Ai lavori dell'assemblea hanno partecipato, fra gli altri, il presidente dell'Ordine regionale Cristiano Degano, il fiduciario Inpgi Andrea Bulgarelli, il fiduciario Casagit Gianpaolo Girelli, la coordinatrice di Articolo 21 Fvg Fabiana Martini.

@fnsisocial

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