L'Associazione della Stampa sarda «valuta come un errore grave e inaccettabile la scelta di Sardiniapost di licenziare quattro dei sette giornalisti fino a ieri in forze alla redazione. Il sindacato dei giornalisti sardi – spiega una nota – non può costringere un'azienda editoriale a ignorare la crisi, né biasimarla se ragiona su un alleggerimento dei costi. Tuttavia, decapitare un paziente per aiutarlo a perdere peso non si è mai rivelata una strategia clinica brillante».
La professionalità, la qualità e l'impegno della redazione di Sardiniapost, «da tempo elemento importante nel mosaico del pluralismo isolano, avrebbero meritato – incalza l'Assostampa – un piano industriale nitido e un confronto serio sulle prospettive della testata, non un mix di vaghezza e improvvisazione al quale il dinamismo e il senso di responsabilità dei giornalisti non avrebbero potuto da soli dare sostanza».
Per il sindacato regionale, «la crisi di Sardiniapost non è solo un problema dei giornalisti licenziati e dei loro colleghi chiamati a resistere in una posizione emotiva e professionale molto complicata: è un sintomo delle difficoltà che investono tutto il tessuto informativo sardo e in modo particolarmente significativo quello online».
L'Associazione della Stampa sarda «ancora una volta chiede alla Giunta e al Consiglio regionale un confronto su una riforma delle leggi a sostegno delle testate, che su basi di equità e meritocrazia aiuti a scongiurare la desertificazione dell'informazione sarda. Stiamo parlando – conclude l'Assostampa – di un'emergenza democratica, ne stiamo parlando da troppo tempo».