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Il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Istituzioni 04 Dic 2025

Barachini: «Necessario un riequilibrio tra le big tech e gli editori»

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «È doveroso sostenere l'editoria tradizionale».

«Difendere il sistema nazionale, il sistema europeo, la narrazione di un Paese è fondamentale. È fondamentale raggiungere i cittadini, continuare a raccontare il nostro Paese in maniera corretta» e in questo «l'Europa deve stare insieme» e affrontare le questioni poste dalla presenza nel settore dell'informazione delle big tech, del saccheggio dei contenuti, «delle esenzioni fiscali che sono un tema enorme, di partecipazione democratica. I cittadini devono informarsi, formare la propria coscienza democratica e partecipare anche alla vita democratica». Sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria Alberto Barachini, riportate dall’agenzia Ansa giovedì 4 dicembre 2025, in occasione del convegno "Lo strapotere delle big tech. Editori responsabili e giganti sregolati" al Senato.

Barachini ha proseguito: «Se non si informano o non si informano correttamente, i cittadini si disinteressano della vita e della partecipazione democratica e poi vediamo i risultati con una fortissima astensione. Oggi c'è un tema di disequilibrio fra forze, ci sono grandi operatori internazionali che hanno molte risorse, distribuiscono informazione, ma a volte operano anche scelte. Sono editori senza avere le stesse responsabilità e le stesse condizioni di editori nazionali che fanno fatica».

Il sottosegretario ha sottolineato: «Riteniamo che sia doveroso sostenere il sistema dell'editoria tradizionale, l'editoria professionale, l'editoria nazionale italiana, a fronte di un sistema internazionale che ha grande potere in questo momento, non soltanto un potere distributivo, ma un potere anche di incidere nella selezione delle notizie che arrivano ai cittadini», ha spiegato ancora Barachini, aggiungendo infine che «probabilmente bisogna tornare a rendere ancora più solido il sistema del contributo pubblico e anche far partecipare i grandi player internazionali al sostegno dell'editoria tradizionale». (anc)

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