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Associazioni 04 Nov 2005

Assostampa Sarda appoggia il Presidente della Regione Soru sul passaggio al digitale terrestre

Il processo di trasferimento delle trasmissioni televisive dal sistema analogico a quello digitale (previsto in Sardegna il 31 gennaio prossimo) si sta svolgendo in modo affrettato, senza la necessaria informazione agli utenti e, soprattutto, senza alcuna chiarezza sui contenuti che saranno veicolati nei nuovi canali.

Il processo di trasferimento delle trasmissioni televisive dal sistema analogico a quello digitale (previsto in Sardegna il 31 gennaio prossimo) si sta svolgendo in modo affrettato, senza la necessaria informazione agli utenti e, soprattutto, senza alcuna chiarezza sui contenuti che saranno veicolati nei nuovi canali.

Le famiglie sarde stanno già sostenendo la spesa per l’acquisto degli indispensabili “decoder”, ma non sanno ancora quale sarà l’offerta televisiva alla quale potranno accedere. L’Associazione della Stampa sarda ha accolto pertanto con soddisfazione l’iniziativa del Presidente della Regione di chiedere che, per ora, non sia spenta, in Sardegna, la TV analogica, per creare l’opportunità di portare nelle case dei sardi, assieme al digitale terrestre, anche tutto ciò che le nuove tecnologie possono veicolare. Un periodo di riflessione servirà a mettere a punto non solo gli importanti aspetti tecnici del progetto (illustrati dallo stesso presidente della Regione, Renato Soru, nel corso di un incontro con una delegazione della FNSI e dell’Associazione della Stampa sarda) ma sarà anche l’occasione per approfondire l’opportunità di ampliare, sia nell’ambito del Servizio pubblico radiotelevisivo che dell’emittenza locale, i contenuti giornalistici e culturali. Nel corso dell’incontro con il Presidente della Regione sono stati inoltre affrontati anche altri importanti argomenti come il progetto di e-government, per l’informatizzazione dei servizi regionali e degli enti locali, che è stato completamente rimodulato rispetto al passato, nonché della comunicazione istituzionale regionale e del ruolo dei giornalisti. Di questi argomenti si parlerà nell’assemblea generale dei soci dell’Associazione della Stampa sarda, convocata per sabato prossimo, 5 novembre, presso il salone dell’Associazione, in via Barone Rossi 29, a Cagliari per il concreto rilancio della “vertenza precari” a livello regionale e per fare il punto sulle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico. Cagliari 01 novembre 2005 Regione Autonoma della Sardegna Ufficio stampa Il presidente Soru al sindacato giornalisti: chiediamo che non si spenga la tv analogica. Non hanno rispettato gli accordi sulla tv digitale terrestre. Quei decoder saranno superati fra sei mesi La Regione sarda chiederà che non si spenga nell’Isola il segnale della televisione analogica. ‘’Farò una battaglia perché non si può negare ai sardi il diritto di continuare a vedere la televisione nel modo in cui la vedono, a cominciare dai programmi del servizio pubblico’’. Il Presidente Soru ha chiarito la posizione della Regione sul passaggio alla televisione digitale terrestre che si sta preparando in Sardegna oltre che nella Val d’Aosta per il mese di gennaio 2006, nel corso di un incontro con una delegazione dell’Associazione Stampa Sarda alla quale ha preso parte anche il presidente della FNSI , Franco Siddi. Ai cinque rappresentanti del sindacato (oltre a Siddi, il presidente dell’Associazione Francesco Birocchi, Piergiorgio Pinna, Paolo Paolini e Celestino Tabasso) il Presidente della Regione ha detto: ‘’Non metteremo una lira in una operazione che si sta rivelando del tutto diversa da quella che avevamo negoziato nell’aprile scorso con il Ministero delle Telecomunicazioni e le reti televisive Rai, Mediaset e La 7, firmando un protocollo che è stato totalmente disatteso’’. La richiesta che allora la Regione avanzò, impegnandosi a investire proprie risorse, era quella di cogliere l’occasione della sperimentazione in Sardegna della tecnologia digitale terrestre, per portare nelle case dei sardi non semplicemente la televisione commerciale e magari a pagamento, con un’offerta limitata di programmi, ma la televisione come terminale della rete, collegata all’adsl per l’accesso veloce a internet, a un personal computer e a un’antenna. Ha detto Renato Soru: ‘’Questa è la rete con il suo terminale televisivo: è libera, aperta, democratica, che fa sì che anche la televisione ci dia la possibilità di un utilizzo attivo, con contenuti che io decido di prendere, via etere o da internet, e che fa sì che io interloquisca con la pubblica amministrazione, oltre ad averne i servizi direttamente a casa’’. ‘’Ma di questa idea della tv digitale terrestre – ha continuato - non è rimasto niente. I decoder che si stanno vendendo con il contributo pubblico saranno superati fra sei mesi. Non c’è traccia del decoder del genere di quello che abbiamo proposto noi, e tantomeno dell’idea di fare in Sardegna la tecnologia dei decoder. Non c’è traccia dei laboratori che la Fondazione Bordoni o le reti televisive si erano impegnate ad aprire in Sardegna nel campo dei servizi, della produzione dei contenuti. Non vedo nient’altro che la pay-tv, sostenuta dal contributio pubblico, una grande operazione delle tv commerciali private, e senza investimenti, che estende enormemente il mercato dell’utenza puramente televisiva’’. La Regione Sardegna ‘’non è interessata a finanziare decoder stupidi da 10 euro, e nemmeno a fare spendere ai sardi per vedere qualche programma televisivo in più a pagamento’’. Il Presidente della Regione ha ricordato alla delegazione dell’Associazione della Stampa le tappe del ‘’negoziato’’ con il Ministero e le televisioni rappresentate dall’associazione DigiTv. Fu il governo, su proposta della Fondazioen Bordoni, a proporre che la Sardegna e la Valle d’Aosta, in ragione del loro isolamento, sperimentassero per prime il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre. La Regione, interpellata, trova che la nuova tecnologia può essere uno strumento ulteriore di comunicazione, che offre un mezzo per fare comunicare meglio la pubblica amministrazione e i cittadini: una banda per i dati, una banda per l’audio-video. Comincia una trattativa, durante la quale il presidente Soru pone la questione dei decoder, della loro tecnologia, chiede che non siano solo strumento di ricezione passiva, che permettano l’interattività. L’idea del Presidente e della Giunta è quella della Rete (il sistema pubblico di connettività) in relazione con il digitale terrestre, per portare nelle case di tutti i sardi, con la massima semplicità di accesso, tutto ciò che le nuove tecnologie possono veicolare, dalla televisione fino ai servizi della pubblica amministrazione Uno scenario (la Sardegna è al primo posto in Italia per volume di investimenti pubblici nel settore) che offre all’isola anche importanti occasioni di sviluppo. La sperimentazione del digitale doveva infatti essere collegata all’avvio di laboratori di ricerca nel parco scientifico Polaris, con l’obiettivo di rafforzare l’identità del polo ICT (information communication technology) già insediato, con alcune aziende altamente specializzate, nelle strutture di Pula. In questo senso, le reti nazionali (Rai, Mediaset e la 7) e la Fondazione Ugo Bordoni (partner tecnologico del Ministero) avevano assicurato la propria adesione alla proposta. Il Ministero condivise l’impostazione progettuale della Regione, in particolare nella prospettiva di un intervento integrato. Quello che cioè – come aveva ricordato il presidente Soru già in occasione della sottoscrizione dell’accordo - utilizza tutte le modalità trasmissive per superare concretamente il digital-divide portando connettività in tutti i comuni della Sardegna. Era questo lo spirito dell’accordo che andava oltre il semplice spegnimento dell’attuale televisione analogica. La Regione puntava cioè a realizzare un “sistema”, del quale il digitale terrestre è una componente, una applicazione tecnologica. Quella che attraverso un decoder consente di ricevere a casa, sul proprio televisore (oltre ai normali programmi tv) anche i servizi “interattivi” che consentono di dialogare con l’amministrazione. Ricevendo informazioni, ma anche moduli, documenti, certificati eccetera. Tutto ciò che già è possibile avere dal proprio computer, diventerà accessibile anche col telecomando secondo semplici schemi di interrogazione e risposta sullo schermo. Il decoder da distribuire in Sardegna doveva essere già predisposto per la futura connettività: il presidente Soru aveva chiesto al Ministero che l’apparecchio doveva prevedere la ricezione Adsl e WiMax e la trasmissione wireless (senza fili) per servire più televisori sintonizzati su canali diversi. Il WiMax, la cui sperimentazione è in fase di avvio anche in Italia, rappresenta lo strumento per definire l’intero circuito della connettività regionale, consentendo la copertura trasmissiva di aree non raggiunte dalle fibre ottiche. Il protocollo d’intesa firmato ad aprile conteneva tutti questi impegni, e quello della Regione di investire proprie risorse in un progetto del genere. ‘’Io di questo non ho visto niente’’, ha ripetuto Renato Soru alla delegazione del sindacato dei giornalisti.

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