Il consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa Sarda, appreso che la Regione Sarda avrà presto tre canali televisivi pubblici operanti attraverso il sistema digitale terrestre, uno dei quali manderà in onda programmi e notizie di carattere culturale, ha esaminato gli aspetti relativi ai riflessi che l’iniziativa potrebbe avere nel panorama dell’informazione in Sardegna
Il consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa Sarda, appreso che la Regione Sarda avrà presto tre canali televisivi pubblici operanti attraverso il sistema digitale terrestre, uno dei quali manderà in onda programmi e notizie di carattere culturale, ha esaminato gli aspetti relativi ai riflessi che l’iniziativa potrebbe avere nel panorama dell’informazione in Sardegna. Premesso che nulla ancora si conosce sulla reale dimensione del progetto, ne’ gli obiettivi che si propone, il sindacato dei giornalisti rileva che: - cinque giornalisti professionisti nell’Ufficio Stampa della Regione sono ancora privi della necessaria contrattualizzazione professionale; - il sistema dell’emittenza regionale (Servizio pubblico e emittenti private) costituisce in Sardegna un elemento irrinunciabile di pluralismo. E, in particolare, le emittenti private operano in un bacino di risorse strutturalmente limitato; - gli investimenti della Regione nell’ambito della pubblicità istituzionale dovrebbero avvenire in un regime di trasparenza che non sempre si è concretamente affermato; - la Sardegna è l’unica regione italiana che non si è ancora dotata del Corecom, il Comitato Regionale per le Comunicazioni, organo di consulenza e di gestione della Regione in materia di comunicazione, nonché organo funzionale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. L’Associazione della Stampa sarda ritiene che queste considerazioni debbano essere tenute ben presenti nel momento dell’elaborazione di nuovi progetti, soprattutto se essi nascono in ambito pubblico e utilizzano risorse pubbliche, per non correre il rischio che possano generarsi pericolosi disequilibri. L’introduzione del digitale terrestre per le trasmissioni televisive in Sardegna, a partire dal gennaio del 2006, rappresenta sicuramente un’opportunità per lo sviluppo del sistema della comunicazione e dell’informazione nel suo complesso. Occorre quindi vigilare affinché esso si realizzi all’interno delle regole che disciplinano il lavoro dei giornalisti nel rigoroso rispetto della loro autonomia e indipendenza professionale, a garanzia di un pluralismo autentico, e a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati correttamente.