«Nonostante le richieste dei lavoratori, i vertici della Rai sembrano intenzionati a perseguire l'intento di porre le giornaliste e i giornalisti che lavorano nei programmi dinanzi a un bivio: continuare a lavorare senza un regolare contratto giornalistico o accettare, in cambio del giusto contratto, di essere dislocati per almeno 5 anni nelle varie sedi della Testata Giornalistica Regionale (Tgr) sguarnendo le redazioni dei programmi». Lo sottolineano le assemblee delle giornaliste e dei giornalisti per il giusto contratto delle trasmissioni Report, PresaDiretta, Mi manda Rai 3, Indovina chi viene a cena, Unomattina, Elisir, Il posto giusto.
«Un ricatto inaccettabile - rilevano - a cui ci opponiamo fermamente in nome dello spirito della professione giornalistica e della Rai servizio pubblico: i programmi che producono inchieste, reportage e approfondimenti della Tv pubblica sono un asse portante dell'offerta informativa e culturale della Rai e vanno tutelati al pari dei telegiornali nazionali e regionali».
Incalzano giornaliste e giornalisti: «Questo piano aziendale, mai apertamente dichiarato ma determinatosi nei fatti, produce gravi conseguenze: lo svuotamento di buona parte delle redazioni dei programmi, con l'incognita delle modalità di sostituzione dell'organico, e la prospettiva di una dismissione del presidio giornalistico nei programmi di informazione».
La necessità «di tutelare l'organico delle Sedi Regionali Rai e garantire il diritto alla mobilità interna dei giornalisti - si legge ancora in un documento diffuso martedì 3 giugno 2025 - non può comportare l'esodo dei colleghi giornalisti che da anni, senza giusto contratto, assicurano l'offerta informativa nei programmi. Chiediamo pertanto alla Rai di rispettare gli impegni assunti nel 2019, rinnovati nel 2023 e di prevedere, accanto all'annunciata selezione interna per le Tgr, una contestuale regolarizzazione dei giornalisti che lavorano nei programmi nelle rispettive Direzioni, con l'obiettivo di non disperdere le competenze, di non disgregare le squadre e i gruppi di lavoro e di preservare la vocazione di servizio pubblico della Rai valorizzando la propria 'tradizione giornalistica di inchiesta', come previsto dal contratto di servizio».
Per questo «le giornaliste e i giornalisti Rai senza giusto contratto scenderanno in piazza il 12 giugno a partire dalle 11 davanti alla sede Rai di viale Mazzini a Roma, per un presidio a cui interverranno personalità del mondo del giornalismo, della politica e dello spettacolo, e invitano ad aderire tutte le realtà politiche, sindacali e associative impegnate per i diritti dei lavoratori e per la libertà di espressione e di stampa». (mf)