di Adolfo Pérez Esquivel*
Le sofferenze che Julian Assange sta soffrendo per la sua ingiusta detenzione sono provocate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che vogliono silenziare e punire un giornalista che ha avuto il coraggio e l'etica professionale di pubblicare informazioni sui crimini commessi dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan.
Il trattamento inumano, fisico e psicologico, che sta soffrendo in prigione e gli anni di persecuzione gli hanno provocato un deterioramento fisico e psicologico. L'annuncio della sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere, equivale ad una condanna a morte.
Le conseguenze di questa politica repressiva, che viola il diritto alla libertà di stampa, puntano a controllare i mezzi di comunicazione. Si vuole far tacere col terrore i giornalisti che provano a dare informazioni sulle violazioni dei diritti umani commessi dagli Stati Uniti e da altre potenze che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Di tutto ciò non si parla, si copre l'impunità dei crimini commessi contro i popoli, minacciando chi li denuncia.
È deplorevole che la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, presieduta da Michel Bachelet non abbia la forza e gli strumenti giuridici per difendere la libertà di stampa, impedire l'estradizione di Assange e chiedere la sua liberazione.
Le Nazioni Unite devono essere trasformate e democratizzate. Attualmente questo Organismo non ha la possibilità di agire e di difendere la Pace e la vita dei popoli e delle persone. È un faro spento che ha bisogno della forza e della volontà dei popoli per essere nuovamente acceso e tornare ad illuminare l'umanità.
Mi appello ancora con forza alle associazioni di giornalisti, al mondo della cultura, ai giuristi, alle organizzazioni per i diritti umani, non rimanete indifferenti, alzate la vostra voce e chiedete la liberazione di Julian Assange.
*Adolfo Pérez Esquivel è un pacifista argentino, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1980. (Traduzione: Grazia Tuzi)
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Di seguito l'adesione e l'invito del presidente Giulietti ad aderire all'appello per la liberazione di Julian Assange.