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Le scritte nel portone di casa del giornalista Paolo Berizzi
Le scritte nel portone di casa del giornalista Paolo Berizzi
Minacce 30 Ott 2018

Ancora minacce a Paolo Berizzi da gruppi neofascisti. Fnsi e Alg: «Accanto al collega in ogni sede»

Il giornalista di Repubblica ha trovato scritte intimidatorie e offensive dentro il portone della casa dove abita con la sua famiglia. «Dal momento che i nomi dei mandanti sono noti da tempo è ora giunto il momento di identificarli e fermarli, prima che osino andare oltre», chiede il sindacato.

Per l'ennesima volta gruppi neofascisti hanno minacciato Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica finito da tempo nel mirino per aver 'osato' tracciare la mappa delle loro attività e dei loro proclami contro la Costituzione e la legalità repubblicana. Questa mattina Paolo Berizzi ha trovato scritte minacciose e offensive dentro il portone della casa dove abita con la sua famiglia. Nei mesi scorsi erano apparsi striscioni e volantini contenenti minacce. La presentazione del suo libro "NazItalia" è stata più volte interrotta dagli squadristi.

«Dal momento che i nomi dei mandanti sono noti da tempo – commentano Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione Lombarda dei Giornalisti – è ora giunto il momento di identificarli e fermarli, prima che osino andare oltre. Berizzi e la sua famiglia hanno diritto a una vigilanza accurata e adeguata al livello delle reiterate provocazioni. La Fnsi e l'Alg saranno accanto a Paolo Berizzi in tutte le iniziative che intenderà promuovere e in qualsiasi sede, tribunali compresi».

L'Ordine condanna l'attacco a Berizzi. Verna: «Preoccupa il clima di odio crescente contro chi informa»
L'Ordine Nazionale dei Giornalisti «condanna il vile attacco nei confronti del collega Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica, ancora una volta nel mirino di gruppi neofascisti che hanno imbrattato con scritte minacciose e offensive l'ingresso e il portone della casa dove abita con la sua famiglia».
Paolo Berizzi - ricorda una nota dell'Ordine - è stato minacciato per aver 'osato' tracciare la mappa delle loro attività e dei loro proclami contro la Costituzione e la legalità repubblicana nel suo libro NazItalia' e in numerosi articoli usciti sul quotidiano La Repubblica. Nei mesi scorsi erano apparsi anche striscioni e volantini contenenti minacce e la presentazione del suo libro è stata più volte interrotta dagli squadristi.
«La nostra preoccupazione - sottolinea Carlo Verna, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti - è per un clima di odio crescente che si sta sviluppando nei confronti di chi, raccontando, concretizza il diritto dei cittadini ad essere informati. Il caso Berizzi, da questo punto di vista è emblematico». (Ansa - Roma, 31 ottobre 2018)

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