I lavoratori di Telechiara prendono atto con profondo disappunto e amarezza del continuo protrarsi delle trattative – date invece per definitive a fine ottobre 2012 dalla stessa CET – tra l’emittente televisiva Telechiara e TvA Vicenza, che avrebbe dovuto acquisire il pacchetto di maggioranza della tv dei vescovi.
L’“incisiva e immediata azione di risanamento e rilancio” della televisione, assicurata in un comunicato stampa della CET alla fine di ottobre 2012, si è invece rivelata, in sede di trattativa, un mero taglio di personale senza alcun dignitoso risarcimento professionale ed economico.
Bocciate le richieste e le proposte dei dipendenti.
Nonostante la disponibilità da parte di questi ultimi a rivedere le proprie posizioni, la trattativa non ha prodotto per ora i risultati sperati.
L’azienda ha ventilato per tutti i 19 dipendenti la perdita del posto di lavoro in seguito alla liquidazione della società.
Nonostante le ripetute rassicurazioni da parte dei Vescovi a ricollocare il personale in esubero, nessuna proposta è stata avanzata in questi 7 mesi.
La situazione di stallo che si è venuta a creare da maggio 2012 ha subito una improvvisa accelerazione a partire da ieri con la richiesta da parte dell’azienda di trovare un accordo.
Dobbiamo rilevare, per l’ennesima volta in questo logorante periodo di incertezza, l’incoerenza tra quanto predicato dai vescovi del Triveneto in materia di tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori e quanto invece concretamente fatto (anzi, non fatto) per coloro che negli ultimi 20 anni hanno dato voce ai loro messaggi attraverso Telechiara.
I lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione e domani mattina saranno al Cavallino per manifestare le proprie preoccupazioni alla Conferenza Episcopale Triveneta.
I dipendenti garantiranno comunque le produzioni televisive già previste in palinsesto.
I lavoratori di Telechiara
TELECHIARA: PRESIDENTE RUFFATO, URGE PROGETTO STRATEGICO PER EMITTENZA VENETA
(Arv) Venezia 24 gen. 2013 – “Di fronte alla sfida imposta dal passaggio al digitale terrestre e alle ricorrenti crisi delle imprese televisive del Veneto urge, da parte della Regione, un progetto strategico di medio-lungo termine per sostenere l’identità, la pluralità e la professionalità delle emittenti televisive regionali, a salvaguardia dei diritti dei cittadini, della democrazia e della completezza dell’informazione”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato, incontrando gli otto giornalisti e operatori di Telechiara ‘esodati’ a seguito della cessione di quote a TvA Vicenza avviata dalla Conferenza episcopale Triveneta. Nel corso dell’incontro, presenti anche i consiglieri regionali padovani Stefano Peraro (Udc), Antonino Pipitone (IdV) e Arianna Lazzarini (Lega) e il vicepresidente del Corecom veneto Silvio Scanagatta, i dipendenti di Telechiara hanno manifestato preoccupazione e allarme non solo per il futuro degli 8 ‘esodati’, attualmente garantiti unicamente da 180 giorni di cassa integrazione in deroga, ma per il futuro della tv padovana e le prospettive dell’intero panorama dell’emittenza locale, segnato da ricorrenti situazioni di crisi, con pesanti riflessi occupazionali e il rischio di concentrazioni editoriali. Gli operatori di Telechiara hanno proposto all’assemblea legislativa del Veneto di impostare “un incisivo piano di azione per l’emittenza locale” volto ad “accompagnare e ricollocare quanti vengono estromessi dai processi di ristrutturazione aziendale pur avendo maturato professionalità significative ma difficilmente recuperabili in questo grave momento di crisi”, suggerendo che il Corecom assegni i contributi statali per le emittenti secondo criteri che valorizzino i programmi informativi, culturali, sociali e politici realizzati nel territorio regionale. Quanto alla crisi occupazionale, il piano di azione regionale - secondo la proposta dei dipendenti di Telechiara – potrebbe prevedere per tecnici e giornalisti estromessi dai processi di ristrutturazione “canali di accesso privilegiato al sistema informativo della pubblica amministrazione” e forme di sostegno a iniziative di autoimprenditoria, in forma autonoma o associata, per attività di comunicazione “alternative e innovative”.
Nel corso dell’incontro Peraro ha dato voce alla preoccupazione e al rammarico per il venir meno di una storica e peculiare “voce” nel panorama televisivo veneto e ha auspicato che con il bilancio di previsione 2013 la Regione riesca a razionalizzare le voci di spesa dedicate ai giovani e alla nuova imprenditoria recuperando così risorse a favore dei precari e dei fuoriusciti del mondo dell’informazione, in ragione della particolare utilità del loro servizio pubblico. Dal canto suo Antonino Pipitone ha stigmatizzato la condotta degli editori di Telechiara, che di fronte a una situazione di difficoltà – ha sottolineato - non hanno esitato a scaricare il peso della crisi sui dipendenti e sullo loro famiglie, e ha confermato pieno sostegno a un progetto regionale strategico a favore dell’editoria e dell’emittenza. Un progetto che vedrà anche l’apporto del Corecom – ha promesso il vicepresidente Scanagatta – nonostante l’organo di garanzia regionale per le comunicazioni non possa cambiare di propria iniziativa i criteri governativi di assegnazione dei contributi all’emittenza (peraltro destinati ad azzerarsi nell’immediato futuro). “Il Veneto, come dimostra la recente indagine condotta dal Corecom regionale – ha sottolineato il sociologo padovano – è una delle aree del Paese che contano il maggior numero di emittenti locali e dove l’informazione locale gode di buona audience. Tutto ciò rappresenta un patrimonio da valorizzare e da qualificare ulteriormente con progetti di formazione e aggiornamento per i professionisti dell’informazione, per rendere il sistema televisivo regionale ancor più competitivo”. MC/bf