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Foto: agi.it
Vertenze 01 Ott 2024

Agi, il Cdr: «L'editore faccia chiarezza sulle ipotesi di vendita dell'agenzia»

I giornalisti «hanno il diritto di ricevere risposte sugli eventuali sviluppi della manifestazione di interesse e, soprattutto, sul loro futuro lavorativo. In assenza - rilevano i rappresentanti sindacali - siamo pronti a nuove iniziative di mobilitazione».

«Il Cdr dell’Agi torna a chiedere al proprio editore - da 50 anni garanzia di pluralismo e indipendenza - di fare chiarezza sull’ipotesi di cessione dell’agenzia di stampa di cui si discute ormai da quasi un anno, e che ha rappresentato per mesi tema di dibattito per la stampa nazionale ed internazionale». Lo si legge in un comunicato diffuso dai rappresentanti sindacali dei giornalisti dell’Agenzia Italia martedì 1 ottobre 2024.

«Per tutto il 2024 – ricorda il Cdr - il corpo redazionale si è battuto con dignità e determinazione - con scioperi ed iniziative di mobilitazione - contro la prospettiva di vendita della testata al gruppo editoriale riconducibile al parlamentare Antonio Angelucci, ravvisando il rischio di una anomalia unica in Europa nell’ambito delle fonti di informazione primaria. La posizione ufficiale dell’editore è stata resa nota attraverso un comunicato stampa in cui si spiegava che era pervenuta "una manifestazione di interesse non vincolante e non sollecitata", dopodichè non è stata fornita alla redazione alcuna altra informazione».

La nota prosegue: «I giornalisti dell’Agi - che sin dall’inizio dell’intera vicenda hanno chiesto una procedura trasparente con relativa gara qualora l’editore intenda proseguire sulla strada della vendita - hanno il diritto di ricevere risposte sugli eventuali sviluppi della manifestazione di interesse e, soprattutto, sul loro futuro lavorativo: in assenza, il Cdr è pronto a nuove iniziative di mobilitazione».

Il comunicato stampa si chiude con una considerazione: «Il perdurare dell’incertezza sul futuro dell’agenzia, in aggiunta alle tante indiscrezioni che tutt’ora si rincorrono, rischia di ripercuotersi sul lavoro quotidiano, già messo a dura prova dall’assenza di una riorganizzazione, più volte sollecitata alla Direzione, a seguito del numero elevato di fuoriuscite di colleghi nell’ambito del piano di isopensione sottoscritto con l'azienda».

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