Slitta di due settimane il voto alla Camera per la nomina di due componenti dell'Autorità garante della Privacy e dell'Agcom, e di un membro del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. L'Aula avrebbe dovuto decidere domani, ma la conferenza dei capigruppo ha stabilito di rinviare al 6 giugno. Da qui ad allora, Gianfranco Fini si è impegnato a garantire la massima trasparenza e il maggior coinvolgimento possibile di tutti i deputati.
Il presidente della Camera ha dato come termine ultimo ai gruppi il primo giugno per far pervenire i curricula dei candidati all'Autorità, profili che poi invierà a tutti i deputati così che possano verificare se abbiano "le caratteristiche professionali e di indipendenza" necessarie.
La richiesta formale di rinviare il voto è partita da Beppe Giulietti, Arturo Parisi e Marco Beltrandi. L'Idv ha criticato lo slittamento. La procedura individuata è "del tutto insufficiente e insoddisfacente perché mancano dei passaggi formali per valutare i candidati", ha spiegato Massimo Donadi che avrebbe voluto un ciclo di audizioni.
Trasparenza ha invocato anche la Federazione nazionale della stampa che, insieme con associazioni quali Articolo 21 e Wikitalia, ha chiesto che siano modificati i regolamenti parlamentari.
Dal Pd, Paolo Gentiloni ha apprezzato la scelta di Fini.
Conoscere i profili dei candidati "renderà molto più difficile aggirare la legge", ha assicurato.
Da settimane serpeggiano malumore e preoccupazione per le nomine. Pochi giorni fa ai presidenti delle Camere era arrivata una lettera per sostenere la candidatura di Stefano Quintarelli all'Agcom e nella missiva - firmata tra gli altri da Andrea Sarubbi, Benedetto Della Vedova e Giorgio Stracquadanio – si chiedeva trasparenza nelle candidature.
In sostegno di Quintarelli si è schierato oggi anche Antonio Di Pietro: "Lo conosco e lo apprezzo perché navigo in Rete", ha spiegato.
Ma se Fini ha già ricevuto alcuni curricula di candidati, la partita vera si gioca ai vertici delle forze politiche. E il dimezzamento dei componenti dell'Agcom appena deciso dal governo, da 8 a 4 più il presidente, rende ancora più difficile il risiko. Perché è proprio sull'Autorità di garanzia per le Telecomunicazioni che si concentra l'attenzione.
Per la presidenza si fa da giorni il nome di Vincenzo Zeno Zencovich, gradito al Pdl ma non al Pd. Ha preso quota poi l'ipotesi del docente della Bocconi Marcello Cardani.
Quanto ai commissari, a dar credito alle voci che circolano a Montecitorio, il Pdl vorrebbe confermare Antonio Martusciello.
Il Pd punterebbe sui tecnici Antonio Sassano e Maurizio Decina, una scelta che però non tutti condividono nel partito.
I due docenti sono esperti di reti, ma non di frequenze e con l'asta incombente potrebbe servire una competenza diversa. E fra i deputati democratici non manca chi lamenta poca trasparenza sulle decisioni.
Scartata l'ipotesi di Luca Volontè per ragioni di opportunità - la candidatura di un deputato potrebbe suscitare non pochi malumori - l'Udc starebbe lavorando per Rodolfo De Laurentis, consigliere d'amministrazione della Rai in scadenza.
Su un membro del cda Rai uscente, Giovanna Bianchi Clerici, si è orientata anche la Lega. Voci del Transatlantico, però, sostengono che il Carroccio sarebbe disposto a rinunciare a un proprio esponente nell'Agcom in cambio di una conferma alla Rai.
Quanto all'Autorità garante della privacy, è girato oggi con insistenza alla Camera un nome in quota Pd, quello dell'ex capogruppo alla Camera Antonello Soro. (ROMA, 22 MAGGIO - AGI)
AGCOM: SI AVVICINA IL RINNOVO, LA RETE CHIEDE TRASPARENZA
Potrebbe essere archiviata entro questo mese la pratica sul rinnovo dei componenti dell'Autorità per le Comunicazioni. L'organismo è in regime di prorogatio e, secondo quanto indicato recentemente dal Consiglio di Stato, potrebbe restare in carica fino a metà luglio. Un accordo di massima tra i partiti però sarebbe stato trovato e mercoledì prossimo o più probabilmente la prossima settimana si potrebbe votare. Dalla rete, intanto, arriva più di una candidatura e le associazioni, come successo oggi nella sede della Fnsi, chiedono trasparenza e nuovi criteri di scelta.
L'elezione dei due commissari alla Camera, già in calendario per mercoledì 23, dovrebbe avvenire in contemporanea a quella degli altri due al Senato. Domani mattina a Palazzo Madama la capigruppo deciderà come procedere: è probabile - riferiscono fonti parlamentari - che il voto venga messo in agenda la prossima settimana, spingendo quindi Montecitorio ad adeguarsi a tale slittamento. Mancherebbe, infatti, la definizione dei nomi dai singoli partiti, anche se i criteri complessivi sarebbero stati già decisi: un commissario dovrebbe andare al Pdl, uno al Pd, uno all'Udc, uno alla Lega, mentre il presidente dovrebbe essere scelto in autonomia dal premier Mario Monti, prima di essere approvato dai due terzi dei membri delle Commissioni competenti nei due rami del Parlamento.
In pole ci sarebbe Marcello Cardani, docente di economia alla Bocconi, mentre ha smentito la sua candidatura il presidente della Consulta Alfonso Quaranta. Molto nutrita la schiera dei possibili commissari e il quadro non sarebbe del tutto definito.
Il Pdl sarebbe orientato ad una conferma di Antonio Martusciello, eleggibile perché non ha svolto un mandato pieno, per il Pd sarebbero in lizza Antonio Sassano e Maurizio Decina, per l'Udc Rodolfo De Laurentiis e Luca Volonté, per la Lega Davide Caparini e Giovanna Bianchi Clerici.
Dalla rete, con il sostegno dei social network, sono arrivate tra le altre le candidature di Stefano Quintarelli, che fa discutere da alcune settimane, e Sergio Bellucci, presente oggi nella sede della Fnsi dove si sono riunite decine di associazioni per chiedere trasparenza nelle nomine e criteri di scelta basati sulla competenza e l'indipendenza. "Monti ha ridotto i componenti dell'Autorità - ha detto il commissario uscente Nicola D'Angelo - ma c'è il tema della riforma complessiva da affrontare. Occorre garantire l'indipendenza e meccanismi di responsabilità".
"Non c'è nessun motivo di fare scelte che avverrebbero con i soliti metodi - ha affermato il senatore del Pd Vincenzo Vita - Penso sia più proficuo istruire nelle commissioni competenti un dibattito sui curricula arrivati". Per il segretario della Fnsi Franco Siddi "c'è il rischio che con una zampata la politica procede con gli stessi criteri del passato, mentre occorrono nuovi criteri, personalità indipendenti. I politici in carica non dovrebbero essere eletti". "Un percorso è stato avviato - gli ha fatto eco il presidente del sindacato Roberto Natale -. Noi non appoggiamo nomi, ma un metodo sì: quello della trasparenza". (di Michele Cassano) (ROMA, 21 MAGGIO - ANSA)
DIBATTITO PUBBLICO NELLA SEDE NAZIONALE DEL SINDACATO DEI GIORNALISTI
L'Autorità Garante dei dati personali e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono scadute. Rinnovare senza trasparenza le cariche dei loro componenti è un fatto gravemente lesivo della democrazia. Queste istituzioni si occupano di diritti fondamentali come la privacy, di beni comuni, come le radiofrequenze, di mercato e di libera concorrenza nel servizio postale come in quello radiotelevisivo.
Trasparenza all'Agcom
Le associazioni chiedono trasparenza nelle nomine dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Dibattito Pubblico
Lunedì 21 maggio 2012, ore 16 sala conferenze della Federazione Nazionale della Stampa FNSI corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma
L'Autorità Garante dei dati personali e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono scadute.
Rinnovare senza trasparenza le cariche dei loro componenti è un fatto gravemente lesivo della democrazia. Queste istituzioni si occupano di diritti fondamentali come la privacy, di beni comuni, come le radiofrequenze, di mercato e di libera concorrenza nel servizio postale come in quello radiotelevisivo.
Poichè l'indipendenza e la competenza delle personalità chiamate a governare tali istituzioni influenzerà la qualità della democrazia nel nostro paese negli anni a venire, le associazioni per la libertà e il pluralismo dell'informazione, i cittadini, chiedono un ampio dibattito pubblico per discutere del metodo e del merito delle relative candidature.
Nonostante la mobilitazione in rete, sordi ai numerosi appelli provenienti dal mondo della politica e della cultura per scelte pubbliche e trasparenti, i principali gruppi parlamentari vogliono votare i componenti dell'Agcom già mercoledì 23 maggio alla Camera senza aver dichiarato al paese i criteri in base ai quali hanno scelto i loro candidati.
Le associazioni sottoscritte ritengono che non sia accettabile che le candidature delle personalità chiamate a governare queste istituzioni di garanzia siano decise nel chiuso delle segrete stanze e chiedono invece di applicare criteri di trasparenza e meritocrazia nella loro indicazione.
Facendo propria la richiesta della Open Media Coalition di conoscere le candidature finora giunte e chiedendo ai partiti di fare un passo indietro nell'indicazione dei futuri componenti delle Autorità, le associazioni chiedono al Presidente del Consiglio dei Ministri, sen. Mario Monti, di superare le vecchie logiche spartitorie e ridare al paese la necessaria fiducia in queste importanti istituzioni.