«Di chi parla il pentito Vincenzo Marino quando racconta in aula al Processo Aemilia che la 'ndrangheta nei primi anni Duemila aveva ipotizzato di eliminare un giornalista e un assessore che davano fastidio? La Direzione Distrettuale Antimafia ritiene credibile questa affermazione?». Sono le domande poste dal Consiglio direttivo dell'Associazione Stampa Emilia Romagna e dall’Ordine regionale dei Giornalisti che chiedono che la dichiarazione di quel collaboratore di giustizia venga approfondita attraverso ogni accertamento possibile.
«La presunta rivelazione – spiegano in una nota congiunta – sarebbe avvenuta durante un incontro nel 2003 in una concessionaria di Gualtieri con Antonio Muto, a processo in Aemilia come partecipe dell’associazione mafiosa. In quegli anni nella bassa reggiana giornali e televisioni si sono più volte occupati delle indagini sulle attività abusive di estrazione di sabbia dal fiume Po. Della movimentazione di terra e ghiaia in nero parla più volte, negli interrogatori, il collaboratore Giuseppe Giglio come attività di arricchimento della 'ndrangheta facendo esplicito riferimento ad Antonio Muto».
È possibile, concludono Assostampa e Ordine regionali, «che quelle indagini ed il conseguente clamore mediatico abbiano dato fastidio agli uomini della 'ndrangheta nel settore delle costruzioni perché veniva messa a rischio la possibilità di continuare ad approvvigionarsi della materia prima a prezzi ribassati».