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Il giornalista Demetrio Volcic (Foto: da streaming @Tg3web)
Lutto 06 Dic 2021

Addio a Demetrio Volcic, storico corrispondente Rai da Mosca. Il cordoglio del sindacato

Lubianese di nascita e triestino d'adozione, alla tv pubblica dal 1956, è stato direttore del Tg1, senatore, europarlamentare. Aveva appena compiuto 90 anni. Il ricordo dell'Usigrai e dell'Assostampa Fvg.

È morto a Gorizia Demetrio Volcic, giornalista, storico corrispondente da Mosca per la Rai. Aveva compiuto 90 anni il 22 novembre scorso. Dagli schermi della tv raccontò agli italiani quel mondo oltre la Cortina di ferro grazie alle corrispondenze da Praga, Vienna, Bonn e Mosca. «Demetrio Volcic è stato interprete autentico del ruolo del giornalista del servizio pubblico, un punto di riferimento sui temi della politica internazionale con una competenza e una autorevolezza riconosciute non solo dal pubblico ma anche dai colleghi e dagli specialisti di politica estera», è il ricordo dell'Usigrai.

«Con il suo lavoro caratterizzato da terzietà e rigore professionale – proseguono i rappresentanti dei giornalisti Rai – ha contribuito a raccontare e far comprendere a milioni di persone fatti di importanza storica. Uno sguardo internazionale, quello di Volcic, con il quale è riuscito a marcare uno dei tratti caratteristici del servizio pubblico: quello di portare l'attenzione delle italiane e degli italiani sulle rilevanti vicende che avvenivano oltre i nostri confini».

Volcic, concludono i rappresentanti sindacali, «è stato protagonista di una esperienza professionale mai di parte e ricca di passione civile. Alla sua famiglia le condoglianze dell'Usigrai».

Vicinanza ai familiari di Demetrio Volcic la esprimono anche Assostampa e Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, che ricordano il collega scomparso «con gratitudine e affetto».

Lubianese di nascita, triestino d'adozione, cittadino del mondo per vocazione intellettuale, «Demetrio Volcic – ricorda Carlo Muscatello, presidente del sindacato regionale – ha raccontato agli italiani per anni, meglio di chiunque altro, Mosca e l'allora Unione Sovietica e l'Europa oltrecortina. Da autentico uomo di confine, ha scelto di vivere i suoi ultimi anni nella mitteleuropea Gorizia, città fino a pochi anni fa tagliata da un muro che divideva la parte italiana e quella slovena. Città dov'era nata sua madre, il padre era invece triestino. La sua famiglia si era trasferita a Lubiana durante il fascismo».

In Rai a Trieste nel 1956, nel '64 è inviato speciale, nel '68 corrispondente dall'estero: Praga, Vienna, Bonn, Varsavia, Mosca. «Non c'è evento, fra quelli che portano alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, che Volcic non abbia raccontato da giornalista di razza», aggiunge Muscatello.

Nel '93, dopo un quarto di secolo all'estero, torna in Italia, nominato direttore del Tg1. «Nel '97 – racconta ancora il presidente dell'Assostampa Fvg –, nelle elezioni suppletive seguite alla scomparsa di Darko Bratina, altro grande uomo di confine, è eletto senatore per il Pds. Successivamente europarlamentare, ha lavorato all'ingresso della Slovenia e di altri Paesi dell'est nell'Unione europea. Conosceva sei lingue ed era un buon giocatore di scacchi. Lascia numerosi libri di successo, l'ultimo dei quali uscito quest'anno, una sorta di summa di quanto aveva scritto in precedenza, primo e unico libro in lingua slovena. E lascia un figlio che vive a Mosca e una figlia che vive in Gran Bretagna».

Disse una volta: «Sono sopravvissuto da spettatore a quei teatri dell'assurdo che il comunismo dell'Est ha rappresentato. Un tempo la pensavo come Joseph Roth, al quale bastò un viaggio in Russia per conoscere se stesso. Mi sarei ricreduto: la sofferenza altrui non aiuta a capire la propria, produce soltanto sensi di colpa e a volte ilarità».

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