È morto Annibale Paloscia, decano dei cronisti italiani, in prima linea nella lunga stagione del terrorismo, autore di libri di storia, che era una delle sue passioni. È stato capocronista della cronaca dell'Ansa e successivamente a capo della redazione cultura. Dal 1996 al 2000 è stato vicedirettore del settimanale "Avvenimenti". Studioso dei problemi della sicurezza e dell'intelligence, ha scritto importanti saggi sulla storia dell'ordine pubblico in Italia raccontando storie sconosciute. Era nato a Bari il 4 giugno 1935, viveva a Roma.
Paloscia è stato protagonista di un mestiere. Era a via Caetani il 9 giugno del '78 quando nella Renault rossa fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro, era a Vermicino nel giugno del 1981 nei giorni del dramma del povero Alfredino, per citare solo due esempi tra i tantissimi che si possono rintracciare nell'immenso archivio dell'agenzia Ansa, dove accanto alla sua sigla c'è spesso quella di un'altra cronista eccellente, morta prematuramente, Candida Curzi.
Si è trovato a raccontare gli anni '70 delle proteste sindacali, della contestazione studentesca, del terrorismo, delle esecuzioni delle Br, degli scioperi, della strategia della tensione e dei misteri italiani e dei servizi di sicurezza deviati. In Romania seguì da inviato la caduta del dittatore Ceaucescu nel 1990.
È stato nel Cdr dell'agenzia e nel sindacato dei giornalisti. Ha collaborato anche con il quotidiano Liberazione e con la rivista Polizia Moderna.
I funerali, annunciano la moglie Marina e le figlie Marta e Francesca, si terranno a Roma lunedì 15 novembre alle 10.30 nella Basilica di San Pancrazio.