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Il giornalista Lanfranco D'Onofrio (Foto: repubblica.it)
Lutto 09 Nov 2021

È morto Lanfranco D'Onofrio, decano dei cronisti romani

All'Unità  a 19 anni, poi a Paese Sera e, in seguito, a Repubblica, è stato testimone di tutti i più grandi gialli e avvenimenti di nera che sono avvenuti nella capitale sin dal dopoguerra e fino ai nostri giorni. Aveva 96 anni.

È morto Lanfranco D'Onofrio, il decano dei cronisti di "nera" della capitale, per anni punto di riferimento dalla sala cronisti della Questura di Roma. È scomparso a 96 anni - annuncia il Sindacato cronisti romani in una nota - dopo una vita passata a raccontare i fattacci di nera.

Il lavoro da giornalista lo aveva iniziato a 19 anni per L'Unità, poi era passato a Paese Sera e, in seguito, iniziare a lavorare per Repubblica dove ha collaborato fino agli ultimi anni. I colleghi lo chiamavano affettuosamente "l'imperatore" e negli anni si era guadagnato la stima di poliziotti e carabinieri per la sua correttezza e professionalità.

D'Onofrio è stato testimone di tutti i più grandi gialli e avvenimenti di nera che sono avvenuti nella capitale sin dal dopoguerra e fino ai nostri giorni. Dal giallo della morte di Wilma Montesi, alla decapitata del lago di Castel Gandolfo, dal delitto Casati Stampa, al sequestro di Aldo Moro e gli attentati degli anni di piombo, fino ad arrivare al delitto di via Poma, il giallo poi risolto dell'Olgiata, l'omicidio Marta Russo e del giuslavorista Massimo D'Antona.

Per il Sindacato cronisti romani ha ricoperto varie cariche, per anni ne è stato tesoriere, così come per l'Unci, l'Unione dei cronisti italiani. Lascia la moglie Serena e i figli Rosangela e Andrea ai cui va l'abbraccio di tutti i cronisti. (Ansa)

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