Nel giorno del secondo anniversario della scomparsa di Giulio Regeni l'Italia si è tinta del giallo dei cartelli con il suo volto e il suo nome. Alle 19.41, l'ora in cui per l'ultima volta, il 25 gennaio 2016, il giovane ricercatore è stato visto vivo, migliaia di fiaccole sono state accese in centinaia di piazze di tutta Italia per illuminare le vicenda di Giulio e di tutti i Giulio e le Giulie d'Egitto e del mondo e per tenere accesa la speranza di ottenere verità e giustizia per il 28enne friulano ritrovato morto il 3 febbraio 2016 con evidenti segni di tortura su tutto il corpo.
A Roma, alla manifestazione organizzata in piazza di Montecitorio da Amnesty International Italia, il portavoce della Ong, Riccardo Noury ha ricordato ancora una volta l'importanza di non dimenticare Giulio e rinnovato la richiesta allo Stato italiano di continuare a cercare la verità, una verità non di comodo, al di là dei tentativi di depistaggio e di insabbiare la vicenda.
Nella Capitale, in contemporanea con tutte le 109 piazze in cui sono state organizzate manifestazioni, prima di accendere le fiaccole è stato letto il messaggio dei genitori di Giulio, che per tutta la giornata hanno preso parte alle diverse iniziative organizzate a Fiumicello, il paese dove vive la famiglia Regeni.
Alle manifestazioni in piazza, a cui hanno partecipato anche i rappresentati delle Associazioni Regionali di Stampa e che sono state seguite con grande attenzione dai media locali e nazionali, si sono affiancate infatti altrettante iniziative in luoghi come scuole e teatri.
«Siamo più dell'anno scorso. Gli italiani non si rassegnano, la verità è indispensabile per la dignità del nostro Paese», ha notato la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha partecipato al presidio di Roma.
Mentre a Fiumicello era presente anche il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, che in mattinata è intervenuto al liceo Petrarca, quello frequentato da Giulio Regeni, dove ha rilanciato la 'scorta mediatica' a difesa delle persone in pericolo o dei temi che altrimenti verrebbero dimenticati.
«Il vero nemico di questa situazione è il tempo, l'oblio. Forse il governo egiziano e chi ha ucciso Giulio contano sulla stanchezza che sopravviene quando non vedi verità e giustizia. Quindi è fondamentale non spegnere i riflettori e dare voce a tutti coloro che chiedono verità e giustizia, per tutti i Giulio e Giulie del mondo, tanto per utilizzare parole dei genitori di Regeni», ha ribadito Giulietti.
Il presidente della Fnsi ha inoltre ricordato le vicende di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e di Andy Rocchelli e Andrey Mironov, sulle quali ancora non si è fatta luce, e ha infine annunciato di voler consegnare una lettera di Luciana Alpi, madre di Ilaria, alla mamma di Giulio, Paola Deffendi.
«Spero che chi di dovere si accorga che l'Italia è gialla. C’è un messaggio che sta circolando sui social: abbiamo tre date nel nostro calendario. Il 25 la data in cui Giulio è scomparso, il 3 il giorno del suo ritrovamento, il 14 la data della 'scorta mediatica', ci piacerebbe aggiungere una quarta data, forse una data nuova, quella della verità, così poi eliminiamo le altre e teniamo la data della verità come Italia, Europa e Paesi democratici», ha detto la coraggiosa mamma Paola.