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Fnsi 07 Feb 2005

29° giorno dal sequestro in Iraq GIULIANA E' LIBERA

29° giorno dal sequestro in IraqGIULIANAE' LIBERA

29° giorno
dal sequestro in Iraq

GIULIANA
E' LIBERA

La giornalista italiana del "Manifesto" era stata rapita il 4 febbraio scorso. La notizia è stata data da Al Jazeera. La conferma dal suo giornale: Sgrena è stata liberata nella capitale. L'appello. "Dobbiamo salvare Giuliana, una di noi. Il mio, quello del Sindacato dei giornalisti, si aggiunge agli appelli di queste ore ed è rivolto a tutti coloro che possono fare qualcosa. Innanzitutto alle istituzioni, al Governo, al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Difesa e degli Esteri. Alle istituzioni locali. Un appello al contingente militare italiano in Iraq, ai militari ed ai Governi della coalizione. Ai servizi di intelligence italiani e stranieri. Un appello alle organizzazioni islamiche in Italia e nel mondo. Al nuovo Governo iracheno. Alle forze islamiche che si oppongono alla presenza della coalizione. Agli integralisti, ai gruppi grandi e piccoli di iracheni armati. Giuliana deve essere liberata subito, con ogni mezzo politico o diplomatico. Da parte nostra, non commetteremo il grave errore che commettemmo quando fu rapito e poi purtroppo ucciso Enzo Baldoni: lo lasciammo solo. Non lasceremo sola Giuliana, i suoi famigliari, il compagno Pierre, le colleghe e i colleghi del Manifesto. Non li lasceremo soli con la loro angoscia. Chiedo alle giornaliste ed ai giornalisti una mobilitazione straordinaria. Chiedo all'intero mondo della comunicazione, ai lavoratori, ai dirigenti, agli editori, tutti, di qualunque tendenza, a voi cittadini, di aiutarci a creare le migliori condizioni perchè Giuliana sia restituita agli affetti ed al lavoro. Giuliana ha una idea precisa della guerra, del rapporto tra nord e sud del mondo, dell'Islam. Lo conosce, l’ha studiato, ne ha raccontato con efficacia i drammi, la cultura millenaria, le prospettive. Il suo è un giornalismo schierato nettamente, ed è un giornalismo di qualità. Quel giornalismo che è anche ricerca, indagine, inchiesta. Capire ed interpretare, raccontare con onestà, sono principi validi per tutti noi che facciamo informazione. Per questo salvare Giuliana, salvare la collega di Liberation Florence Aubenas scomparsa a Bagdad, è un obiettivo che deve riguardare tutti. Come ha affermato bene la Federazione Internazionale dei Giornalisti che rappresenta i colleghi di tutto il mondo. Non è questo il momento delle divisioni e delle polemiche, delle strumentalizzazioni. Anche avendo idee diverse da Giuliana si può, si deve partecipare alla mobilitazione per salvarla. L'informazione ha il diritto ed anche il dovere di raccontare la realtà, ed è difficile descriverla se non si rischia di persona. Rifiutiamo la logica della paura, dell'intimidazione, della censura, dell'autocensura, della propaganda. I giornalisti arruolati raccontano inevitabilmente solo una parte della verità. Giuliana non è embedded, ed ha rischiato. Guardate, non se l'è andata a cercare perchè è una incosciente. Voleva capire quale Iraq sta uscendo dalle elezioni di domenica scorsa. Giuliana è una giornalista attenta e consapevole ed è una donna coraggiosa. Come tante colleghe e tanti colleghi. Giuliana ci manda quindi un messaggio: l'informazione resti in Iraq, per raccontare e capire. Ne vale la pena, la gente vuole conoscere. Lo ha scritto qualche giorno fa con bellissime parole la stessa Giuliana. Ci restino, naturalmente, giornalisti esperti, coraggiosi e prudenti, che volontariamente e senza pressioni accettano i rischi. Li si metta nelle migliori condizioni di sicurezza possibili, ma li si lasci liberi di muoversi. La libertà di fare informazione dalle zone di crisi, di guerra, sarebbe negata se venisse approvata anche dalla Camera dopo il Senato la riforma del codice militare di pace, riforma che prevede sanzioni penali ed anche il carcere per i giornalisti che fanno informazione sulle missioni cosiddette "di pace" rivelando notizie non approvate dai comandi militari. Ecco, nell'invitare i cittadini a partecipare alle iniziative per liberare Giuliana, possiamo chiedere a tutto il Parlamento, semplicemente, senza polemiche, di evitare al Paese una legge che vuole colpire la libertà di informazione. Continuiamo a batterci contro questa legge. Lo dobbiamo a Giuliana e a Florence, ma anche ad Enzo, Ilaria, Maria Grazia ed a tutti coloro che hanno rischiato e pagato per informare liberamente". Il discorso di Paolo Serventi Longhi, Segretario Generale della Fnsi, alla manifestazione di sabato 5 febbraio al Campidoglio

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