di Riccardo Noury*
Domani, 14 novembre, saranno trascorsi tre mesi dall'annuncio del ritorno dell'ambasciatore italiano in Egitto e due dal suo effettivo reinsediamento all'ambasciata al Cairo. Come promesso in occasione di ogni 14 del mese, la "scorta mediatica" promossa a fine settembre ad Assisi in occasione dell'Assemblea di Articolo 21 e nata ufficialmente il 14 ottobre, chiederà di conoscere i nomi di chi sequestrò, fece sparire, torturò e uccise Giulio Regeni al Cairo ormai quasi 22 mesi fa.
Gli operatori dell'informazione della "scorta mediatica" italiana hanno intenzione di fare quello che ai loro colleghi egiziani viene impedito: tenere alta l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Egitto e fare luce sulle enormi zone d'ombra al cui interno si trovano mandanti ed esecutori dell'assassinio di Giulio.
Ma compiti della "scorta mediatica" sono anche quelli di proteggere l'azione di chi in Egitto come in Italia quella verità continua a cercarla, e di domandare al governo quali dei "passi avanti" garantiti dal ministro Alfano il 14 agosto quando annunciò la piena ripresa delle relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto, siano stati finora ottenuti nella ricerca della verità per Giulio.
Dunque, domani la #scortamediatica continuerà a chiedere #veritapergiulioregeni.
*Riccardo Noury è il portavoce di Amnesty International Italia