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Alessandra Costante (Foto: Costadura per Usigrai
Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi
Usigrai 14 Gen 2025

XVII Congresso Usigrai, Costante: «Non possiamo avere incertezze nella tutela dei diritti dei colleghi»

Intervenendo alle assise dei giornalisti del servizio pubblico, la segretaria generale Fnsi ha espresso preoccupazione per la situazione in Rai, «perché vedo anche in questa azienda - ha osservato - i segni di perdizione che ovunque stanno peggiorando l'informazione, a cominciare dal precariato che aumenta».

«Sono preoccupata per la Rai. Perché vedo anche in questa azienda i segni di perdizione che stanno peggiorando l'informazione fuori dalla Rai, a cominciare dal precariato che aumenta. Nei giornali i prepensionamenti hanno buttato fuori dalle redazioni i lavoratori dipendenti per far lavorare sempre di più i precari. Fuori dalla Rai non abbiamo colto per tempo i segnali. E quando sento parlare di precariato anche in Rai mi preoccupo moltissimo». Lo ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, intervenendo al secondo giorno di lavori del XVII Congresso dell'Usigrai in corso a Milano Marittima (Ravenna) dal 13 al 15 gennaio 2025.

«Quando l'attuale presidente della Fnsi Vittorio di Trapani era segretario dell'Usigrai - ha aggiunto - ha fatto una cosa giustissima e corretta: la battaglia per riconoscere il giusto contratto ai colleghi che lavoravano nelle reti o nei programmi senza contratto giornalistico. Ora non posso che apprezzare la rinnovata sensibilità per lavoratori autonomi e cococo che l'Usigrai ha dimostrato inserendo nel rinnovato Statuto la possibilità di occuparsi di questi colleghi insieme con Fnsi e Associazioni regionali di Stampa».

Un fenomeno, quello del precariato ormai conclamato anche in Rai, che provoca «anche se involontariamente dumping contrattuale - ha rimarcato Costante - perché, se è vero che in Rai si deve accedere per concorso, è vero anche che giornalisti senza diritti fanno gola ad un'azienda che non è più florida. È una riflessione che dobbiamo portare avanti insieme, soprattutto ora che l'unità sindacale è stata ferita e in azienda si muove una sigla firmataria di un contratto al ribasso. Se l'azienda riuscisse ad abbassare il costo del lavoro applicando un contratto 'altro' risparmierebbe moltissimo. E noi questo dobbiamo impedirlo. Non possiamo avere incertezze nella tutela dei diritti dei colleghi».

La segretaria generale Fnsi ha poi auspicato il ritorno «all'unitarietà sindacale, recuperando le posizioni, i numeri e la forza che abbiamo perso. Dobbiamo fare un'analisi e non accontentarci delle soluzioni preconfezionate semplici. Dobbiamo farlo perché altrimenti, prima o poi, a cominciare dalla Rai dovremo abituarci a una rappresentanza sindacale frammentata e per questo più debole».

Costante ha quindi ricordato che la Fnsi è impegnata «in una dura vertenza» per il rinnovo del contratto. «Una sfida complicata, però - ha spiegato - la libertà dell'informazione passa da un contratto di lavoro che mantenga tutele forti per i giornalisti. Dobbiamo firmare un contratto che recuperi i tempi di vita e rimetta soldi nelle tasche dei colleghi. Ma non è sufficiente la firma, perché poi un contratto va fatto rispettare. L'obiettivo è quello di portare diritti a chi non ne ha».

E nel contratto il sindacato chiede con forza anche un accordo sull'impiego dell'intelligenza artificiale. «Chiediamo che siano i giornalisti a fare i giornali, di carta in tv o online, devono essere i giornalisti a governare l'intelligenza artificiale», la posizione del sindacato. 

Infine, un passaggio sulle risorse per il settore. «La Fnsi sarà sempre al vostro fianco nella battaglia per l'autonomia e l'indipendenza della Rai. Servono risorse certe per il servizio pubblico come servono per tutta l'informazione, che è un bene pubblico e come tale va sostenuta. L'ecosistema è uno solo e, per onorare l'articolo 21 della Costituzione, tutto il settore deve essere adeguatamente finanziato», ha rilevato la segretaria Fnsi.

E, in conclusione, un'ultima considerazione sulla tv pubblica. «Occorre vigilare sull'applicazione del Media Freedom Act, sulla tutela delle fonti, sul pluralismo dell'informazione. Ma da utente della tv - ha evidenziato Costante - credo che la tv pubblica debba per prima cosa abbandonare il concetto di 'narrazione', per sposare il concetto 'rivoluzionario' di notizia. Le notizie sono quelle che importano, non le narrazioni».

@fnsisocial

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