White: Un tribunale internazionale per i crimini contro i giornalisti
Siddi denuncia: inapplicato il protocollo sulla sicurezza
Firenze, 6 maggio 2003. ANSA - Anche per i giornalisti vittime delle guerre occorre individuare specifiche tipologie di crimini da trattare in sede di tribunale internazionale. E' l' opinione del segretario della Federazione internazionale dei giornalisti Aidan White, intervenuto oggi a Firenze al convegno dal titolo ''Di giornalismo si muore'', organizzato dalla Regione Toscana in collaborazione con Informazione senza frontiere, Federazione nazionale della stampa e Associazione della stampa toscana. Secondo White, che ha annunciato la presentazione di una apposita proposta in sede Onu a Ginevra, quella di un tribunale internazionale, che si occupi anche di lesioni ai diritti di informazione particolarmente gravi in tempo di guerra, richiede ''un intervento urgente''. ''Vanno individuati - ha sottolineato - almeno due fattispecie di crimini contro i giornalisti: quando sono vittime di azioni deliberate e quando, a seguito di minaccia concreta, non ci sono azioni deliberate ma il loro risultato è la morte dei giornalisti''. ''Solo un tribunale internazionale - ha concluso White - può garantire inchieste chiare, aperte e indipendenti in tutti questi casi''. Firenze, 6 maggio 2003. ANSA - ''Il fatto che si è chiusa la guerra in Iraq non vuol dire che si è chiusa la partita della sicurezza dei giornalisti inviati sui luoghi di guerra''. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Franco Siddi, a margine del convegno dal titolo ''Di giornalismo si muore'', organizzato a Firenze da Informazione senza frontiere. Secondo Siddi, da circa un anno e mezzo è pronto un protocollo d'intesa per la formazione dei giornalisti sui rischi da inviati di guerra, da organizzare insieme tra giornalisti, editori, ministero degli esteri e ministero della difesa. ''Abbiamo raggiunto un impegno di massima - ha sottolineato il presidente della Fnsi - ma il protocollo che doveva essere firmato prima di Pasqua è ancora nel cassetto''. ''Siamo fiduciosi che possa esserci una convocazione a breve - ha concluso - ma cominciamo anche a nutrire delle sofferenze per questi ritardi che giudichiamo inspiegabili''.