"La vicenda Alitalia è l'occasione di una campagna mediatica senza precedenti che ha individuato la Cgil, ed il suo Segretario Generale, come la responsabile del "disastro" costituito dal fallimento del negoziato e dal ritiro della cordata italiana.
E' questa non solo la conferma di un problema di pluralismo e di completezza che abbiamo più volte denunciato, ma qualcosa di più. La maggior parte dei servizi hanno da ieri sera pressochè ignorato le ragioni della Cgil lasciando spazi residuali anche all'opposizione parlamentare. Legittimo ovviamente dissentire sulle scelte della Cgil, legittimo dare letture univoche, legittimo esprimere il dissenso più radicale e le critiche più feroci come forma di informazione. Quello che non si deve fare, che va ben oltre la omologazione delle notizie, è presentare una verità di parte come la realtà dei fatti; non riportare, distorcere o ridicolizzare le opinioni degli altri. Dare voce all'opinione di tutti, magari per poi criticarle, dovrebbe essere la base etica di un'informazione completa, libera e plurale. Il tema della libertà e del pluralismo dell'informazione è per noi cosa troppo seria e non voglio naturalmente limitarlo ad un singolo argomento. Il problema è generale e deve essere affrontato dal punto di vista delle norme di concentrazione, dei conflitti di interesse (non ci sono solo in Alitalia), dell'effettivo pluralismo, che il Governo e la sua maggioranza, non contenti dell'attuale situazione di monopolio, vogliono aumentare con le ultime norme sull'editoria. Di fronte ad un'aggressione mediatica non si risponde difendendosi, chinando la testa o chiedendo più spazi per partecipare all'incredibile scaricabarile in corso, ma ribadendo la realtà dei fatti e - credo di poterlo affermare al di sopra di ogni sospetto - rilanciando un grande tema di libertà. Questo è sicuramente il tempo di riprendere una grande iniziativa di tutti, anche culturale, su questi temi, a partire da una grande iniziativa nazionale sulla libertà di informazione. Anche questo sarà un tema della mobilitazione di sabato 27 settembre e nelle decine di manifestazioni organizzate dalla Cgil per portare i "diritti in piazza"".