L'Associazione della Stampa sarda è pronta a sostenere il Comitato di redazione del quotidiano L'Unione Sarda con un ricorso per comportamento antisindacale attributo all'azienda. È l'epilogo di un nuovo scontro tra l'editore e il sindacato interno dei giornalisti dopo la mancata pubblicazione sul giornale di un documento del Cdr nell'ambito della vertenza sui tagli al personale giornalistico e al piano di investimenti.
Il braccio di ferro aveva portato l'assemblea ad indire uno sciopero a dicembre, conseguenza di una lettera dell'azienda in cui si minacciavano azioni legali contro i componenti del Cdr.
L'obiettivo dell'Assostampa, che oggi ha convocato una conferenza stampa, al di là di valutare il ricorso per comportamento antisindacale, ''che rischia, però, di avere tempi lunghi'', sottolinea il presidente Francesco Birocchi, è quello di riaprire un tavolo di confronto con l'azienda sulle varie questioni richiamate nel documento del Cdr 'censurato' e che ora sarà pubblicato sul sito dell'Associazione della stampa sarda. ''La crisi generale dell'editoria è una realtà, lo abbiamo sempre detto - si legge nel testo - ma è proprio nei momenti di crisi che si misurano le capacità di reazione.
Ancora una volta dobbiamo sottolineare che all'Unione Sarda l'unica reazione si stia traducendo in una serie di tagli che non nascondono, ma anzi svelano, l'assenza di un progetto per superare questa difficile fase''.
Il Cdr ricorda i ''15 colleghi in meno rispetto a sei mesi fa'', le ''iniziative intraprese e poi riviste dopo poco tempo'', ma anche l'esternalizzazione della gestione giornalistica del sito unionesarda.it. ''Oltre agli investimenti immobiliari - spiegano i rappresentanti dei giornalisti - pensiamo che servano investimenti sul capitale umano giornalistico puntando all'informazione di qualità''. (CAGLIARI, 20 FEBBRAIO - ANSA)
DOCUMENTO SINDACALE
L’assemblea dei giornalisti dell’Unione Sarda, oggi come a dicembre, conferma la totale fiducia ai componenti del Cdr, condivide e fa proprie le sue iniziative, compresi i comunicati, e lo ringrazia pubblicamente per l’impegno in difesa degli interessi della redazione, nella tutela della qualità del lavoro giornalistico, premessa indispensabile per garantire il miglior futuro all’azienda. Ritiene pertanto inaccettabile e respinge l’insistenza dell’azienda sulle ipotesi di azioni legali contro i rappresentanti sindacali della redazione. Dopo la lettera inviata ai colleghi a dicembre, cui seguì uno sciopero di protesta e solidarietà, la società editrice pubblicò una nota in cui minimizzava il senso dell’iniziativa, affermando di “aver solo invitato i sindacalisti interni… ad avere rispetto della testata L’Unione Sarda”. Sollecitata dal legale del Cdr a chiarire le sue intenzioni, ha di recente confermato la possibilità di agire legalmente contro il Cdr, colpevole, a suo dire, di un calo nella vendita delle copie a causa dei comunicati sindacali. Se calo di copie c’è stato, le cause sono ben altre e riteniamo ingiusto il tentativo di addossarne la responsabilità al legittimo esercizio dell’attività sindacale.
La crisi generale dell’editoria è una realtà, lo abbiamo sempre detto. Ma è proprio nei momenti di crisi che si misurano le capacità di reazione. Ancora una volta dobbiamo sottolineare che, all’Unione Sarda, l’unica reazione si sta traducendo in una serie di tagli che non nascondono, ma anzi svelano, l’assenza di un progetto per superare questa difficile fase.
Tagli di organico, anzitutto. Rispetto a sei mesi fa, stiamo facendo il giornale con 15 colleghi in meno. Questo costringe a scelte dolorose, come quella di ridurre di molto la squadra che segue le partite del Cagliari, uno dei tradizionali punti di forza del nostro giornale. Eppure appena nello scorso settembre era stato rimesso in campo il supplemento sportivo del lunedì.
Non è che l’ultimo esempio di iniziative intraprese e poi riviste dopo poco tempo. Abbiamo visto aprire e chiudere, in 18 mesi, una redazione romana che inizialmente aveva una dotazione di quattro giornalisti. Si è deciso di puntare sull’edizione di Olbia, salvo ora ridimensionarla drasticamente nonostante i buoni risultati in termini di copie. Non è chiaro quale presenza l’Unione Sarda intenda garantire a Sassari, seconda città dell’Isola. Su Cagliari e Quartu si è voluto dare spazio ai quartieri, per poi rimangiarsi anche questo esperimento. E così via, in un vortice di scelte contraddittorie: come quelle relative al sito web, su cui si dice di voler puntare ma dal quale si taglia fuori la redazione del giornale. Oggi unionesarda.it è curato da pochi redattori assunti, quasi tutti con contratti a tempo determinato, da una società (Vaitel) distinta da Unione Sarda spa: il loro notevole impegno sarebbe sicuramente valorizzato da un’interazione con i redattori del giornale. Cosa che il Cdr ha sempre proposto, anche con suggerimenti concreti: altro che rifiutato, come sostiene l’Azienda.
Eppure l’Unione Sarda avrebbe, a nostro giudizio, tutte le risorse per resistere alla crisi. Umane e finanziarie: a partire dagli oltre 22 milioni di crediti vantati nei confronti della propria controllante Unione Editoriale spa. Sono dati del bilancio 2011, l’ultimo disponibile, da cui emergono anche fideiussioni per svariati milioni nei confronti di Videolina, Pbm e ancora Unione Editoriale.
Noi pensiamo che servano investimenti sul prodotto giornalistico. Invece continuiamo a vedere solo quelli di altro tipo, anzitutto immobiliari. Come il leasing (da circa 30 milioni) per la sede di piazza L’Unione Sarda. O il caso della sede di Olbia: acquistata nel 2011 per circa 1,3 milioni di euro, adesso ci lavorano solo tre giornalisti dell’Unione Sarda, essendo stata smantellata l’edizione locale.
Il bilancio del giornale si è accollato anche l’acquisto, per oltre 2,3 milioni, di parcheggi della sede di Santa Gilla (per i quali comunque i dipendenti pagano una quota mensile, seppur contenuta), e – per circa 1 milione – di impianti per il planetario e le sale annesse, non funzionali all’attività editoriale. In questo quadro, preoccupano le voci di un nuovo trasferimento della sede dell’Unione Sarda dall’edificio di piazza L’Unione Sarda.
Anziché paventare danni patrimoniali per le iniziative sindacali del Cdr (che anzi, con grande senso di responsabilità, ha proclamato finora solo uno dei cinque giorni di sciopero votati dall’assemblea dei redattori a ottobre), crediamo che l’Unione Sarda possa difendere il suo patrimonio – che come si vede è consistente – non tagliando collaborazioni giornalistiche da poche migliaia di euro o contratti poco onerosi, ma puntando su ciò che ha sempre fatto meglio: l’informazione di qualità.
Cagliari 6 febbraio 2013
L’assemblea dei redattori
EDITORIA: ASSOSTAMPA CONTRO "UNIONE SARDA", ATTO ANTISINDACALE
Dura presa di posizione dell'Associazione della Stampa Sarda nei confronti della direzione del quotidiano di Cagliari L'Unione Sarda, che ha rifiutato di pubblicare un documento dell'assemblea dei redattori. "E' certamente un comportamento antisindacale", ha spiegato stamane il presidente Francesco Birocchi in una conferenza stampa, tenuta assieme ai componenti del Cdr del giornale, per rendere pubblico il contenuto del documento. Il sindacato dei giornalisti sardi sta valutando se agire in giudizio. "Quello che al momento ci fa riflettere è la lunghezza dei tempi della giustizia", ha spiegato Birocchi, "ma credo che sarà opportuno alla fine ricorrere davanti alla magistratura. Per ora è importante che il documento venga fatto conoscere a tutti". La pubblicazione del documento sindacale con cui si chiedono maggiori impegni dell'azienda per il "prodotto giornalistico", chiesta dal comitato di redazione il 6 febbraio scorso, è stata più volte rifiutata dal direttore Paolo Figus, dopo un infruttuoso scambio di mail con il sindacato interno. Figus ha addotto, ha spiegato il cdr, "non meglio specificati motivi legati all'articolo 34 del contratto (responsabilita' penale del direttore) senza però mai entrare nel dettaglio". "Nel documento si chiedono, in estrema sintesi, investimenti per rafforzare l'organico e per l'integrazione con la testata web che sono stati negati", spiega Giuseppe Meloni del cdr, "per una presunta crisi dell'azienda che, invece, è sana". Nel documento dell'assemblea dei redattori viene sottolineato come vi siano "tutte le risorse per resistere alla crisi, sia umane che finanziarie, a partire dagli oltre 22 milioni di crediti vantati nei confronti della propria controllante Unione Editoriale SpA". Dai dati del bilancio 2011, l'ultimo disponibile, si legge ancora nel documento, "emergono anche fidejussioni per svariati milioni nei confronti di Videolina (l'emitente tv del gruppo, ndr), Pbm e ancora Unione Editoriale. Il sindacato nel documento denuncia come anziche' "investimenti sul prodotto giornalistico" si continuino a vedere "solo quelli di altro tipo, anzitutto immobiliari". Nel testo illustrato oggi dal cdr si cita il "leasing da circa 30 milioni per la sede di piazza L'Unione Sarda" a Cagliari e il caso di quella di Olbia "acquistata nel 2011 per 1,3 milioni di euro". Una sede "dove lavorano solo tre giornalisti essendo stata smantellata l'edizione locale". Sempre secondo quanto si legge nel documento, "il bilancio del giornale si è accollato anche l'acquisto per oltre 2,3 milioni di euro di parcheggi della sede di Santa Gilla e per oltre 1 milione per gli impianti del planetario e sale annesse, non funzionali all'attività editoriale". Nel documento l'assemblea dei giornalisti esprime solidarietà ai componenti del Cdr per "l'ipotesi di azioni legali da parte dell'azienda" in quanto giudicati "colpevoli di un calo nella vendita delle copie a causa dei comunicati sindacali". "Se il calo di copie c'e' stato", è scritto nel documento dei redattori, "le cause sono ben altre ed è penoso il tentativo di addossarne la responsabilità al legittimo esercizio dell'attività sindacale". Il Cdr ha lamentato tagli d'organico, ricordando che "rispetto a sei mesi fa si sta facendo il giornale con 15 colleghi in meno". Un altro punto di polemica nei confronti della direzione riguarda il sito web "su cui si dice di voler puntare ma dal quale si taglia fuori la redazione del giornale". (20 FEBBRAIO 2013 - AGI)
PIENO SOSTEGNO ALLE INIZIATIVE A TUTELA DELLA DIGNITA’ PROFESISONALE
CRONISTI ITALIANI SOLIDALI CON I COLLEGHI DELL’UNIONE SARDA
I cronisti italiani sono solidali con i colleghi dell'Unione Sarda, impegnati da mesi in una dura vertenza con l'azienda e vittime di un palese comportamento antisindacale.
Il presidente dell' Unione nazionale cronisti italiani, Guido Columba, approva e appoggia l'iniziativa promossa oggi da Assostampa e Fnsi in difesa delle prerogative sindacali e della dignità professionale e assicura il sostegno dell’Unci e proprio a tutte le azioni di lotta che i colleghi vorranno intraprendere.
L'EDITORE SERGIO ZUNCHEDDU VISITA IN CARCERE IL PATRON DI CAGLIARI CALCIO, MASSIMO CELLINO
Visite eccellenti per un detenuto eccellente: lo scorso 18 febbraio Sergio Zuncheddu, editore del gruppo editoriale Unione Sarda, ha incontrato nel carcere di Buoncammino il presidente del Cagliari Calcio Massimo Cellino, arrestato giovedì scorso nell'ambito delle indagini sullo stadio di Is Arenas a Quartu.
L'editore è entrato in veste di "collaboratore" del parlamentare Mauro Pili (Pdl), capolista alla Camera in Sardegna, così come l'ex calciatore Gigi Riva che ha fatto visita al presidente rossoblù il giorno dopo. La procedura però ha sollevato qualche dubbio: la vicenda è già stata segnalata alla procura di Cagliari che, se dovesse evidenziare profili poco chiari, potrebbe far scattare un accusa per falso per Pili, Zuncheddu e Riva. (CAGLIARI, 21 FEBBRAIO - AGI)