«Le prove scientifiche e il Tribunale del riesame hanno dato torto agli inquirenti sulle responsabilità dei due romeni ancora rinchiusi in prigione, mentre hanno dato ragione nei fatti alle scrupolose cronache della maggioranza dei mass-media, mettendo a nudo gli alibi di comodo sulla gogna mediatica sostenuta da diverse parti»: così l'Unione nazionale cronisti romani e il Sindacato cronisti romani sull'arresto dei due romeni ritenuti responsabili dello stupro del giorno di San Valentino, alla Caffarella, a Roma.
(ANSA) - ROMA, 11 MAR - «Le organizzazioni della categoria dei giornalisti non si sono mai tirate indietro nel denunciare l'infiltrazione delle mele marce tra i giornalisti - spiegano - diversamente da altri che non ammettono mai di sbagliare anche a costo di brutte figure, finendo con il complicare l'esito delle inchieste e il corso della giustizia». «Oggi cresce comprensibile la preoccupazione che i reati commessi dagli extracomunitari possano provocare un'ondata di razzismo e xenofobia - conclude la nota - ma non suscita altrettanta consapevolezza che a forza di dare genericamente addosso alla stampa si porta acqua al mulino di quanti sollecitano un giro di vite sull'informazione e promuovono leggi liberticide e censorie come il ddl sulle intercettazioni, guarda caso in questi giorni alla stretta del voto della Camera. Che se fosse oggi in vigore, non darebbe scampo ai due incolpevoli romeni».