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Cronaca 16 Giu 2010

Una scuola in Afghanistan per ricordare Maria Grazia Cutuli

Una scuola intitolata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001: sorgerà nel distretto di Injil, nella provincia di Herat. Oggi la cerimonia per la posa della prima pietra, alla presenza di Mario Cutuli, il fratello di Maria Grazia, per la prima volta in Afghanistan dal giorno dell'omicidio.

Una scuola intitolata a Maria Grazia Cutuli, la giornalista del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001: sorgerà nel distretto di Injil, nella provincia di Herat. Oggi la cerimonia per la posa della prima pietra, alla presenza di Mario Cutuli, il fratello di Maria Grazia, per la prima volta in Afghanistan dal giorno dell'omicidio.

   Il progetto della scuola, che sorgerà nel villaggio Kush Rod, una delle zone più  povere della provincia, è stato ideato dalla 'Fondazione Maria Grazia Cutuli' che ne finanzierà
completamente la realizzazione ed è stato elaborato interamente in Italia attraverso un workshop cui hanno partecipato diversi studi di architettura. La scuola ospiterà 600 allievi, di cui 350 bambine. L'edificio occuperà un'area di 2 mila metri quadrati, di cui 650 coperti dall'edificio scolastico vero e proprio, con 8 classi, una biblioteca e diversi servizi alla
didattica. Sono previste poi un'area di 650 metri quadrati adibita ad orto e la messa d dimora su un ampio giardino di 50 alberi da frutta. La cura degli spazi verdi sarà devoluta, una volta completato il progetto, all'Ong GvC. Il Corriere della Sera provvederà infine alla donazione di 50 computer che contribuiranno a fare di questa scuola un istituto all'
avanguardia.   La fondazione vede tra i soci promotori fondatori la famiglia Cutuli, il Comune di Roma, il consiglio nazionale dell'ordine del Giornalisti, il Corriere della Sera, Rcs quotidiani, Banca Nuova, Regione Sicilia, Confindustria Sicilia e la Federazione
Nazionale della Stampa.    Il team di ricostruzione provinciale Prt di Herat, nelle sue
componenti militare e civile, ha sostenuto il progetto provvedendo alla ricerca di un'area adatta alla costruzione e fornendo sostegno logistico; contatti con le autorità locali si
si sono occupati direttamente il colonnello Emmanuele Aresu, comandante del Prt, e Sergio Maffettone, rappresentante del ministero degli Esteri ad Herat. (ANSA).

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