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Fnsi 11 Lug 2003

Ucraina: carcere per i giornalisti sospettati di rivelare segreti di stato. Ifj: “E' la più grave minaccia alla libertà di stampa nell’era post-sovietica” Laos: liberati ed espulsi i gionalisti arrestati

Ucraina: carcere per i giornalisti sospettati di rivelare segreti di stato. Ifj: “E' la più grave minaccia alla libertà di stampa nell’era post-sovietica”Laos: liberati ed espulsi i gionalisti arrestati

Ucraina: carcere per i giornalisti sospettati di rivelare segreti di stato. Ifj: “E' la più grave minaccia alla libertà di stampa nell’era post-sovietica”
Laos: liberati ed espulsi i gionalisti arrestati

Lo scorso 9 luglio il Parlamento ucraino ha approvato una legge che considera illegale la protezione delle fonti giornalistiche, e che di conseguenza prevede l’arresto degli operatori dell’informazione sospettati di rivelare segreti di Stato. Il provvedimento modifica alcuni aspetti della legge finora in vigore e attribuisce maggiori poteri al Servizio Segreto ucraino, che ha la possibilità di indagare sull’uso “illegale” di speciali mezzi tecnici (ad esempio registrazioni di conversazioni telefoniche, uso di tecnologie informatiche) per ottenere informazioni da fonti anonime. “Si tratta di un ritorno al passato” ha commentato il Segretario Generale dell’International Federation of Journalists, Aidan White, che vede in questo intervento del parlamento una delle più grandi minacce alla libertà di stampa nell’era post-sovietica. La Federazione per questo auspica che sia mantenuta la legge sulla stampa adottata in maggio – in base alla quale nessuno può essere punito per aver fornito un’informazione a cui l’accesso è limitato se questa informazione coinvolge l’interesse pubblico – e che si guardi alla garanzia costituzionale della libertà di espressione cui fa riferimento l’art.10 della Convenzione Europea. Secondo il nuovo provvedimento, la carta stampata ha il diritto di cercare, ottenere e pubblicare solo informazioni che siano classificate come di dominio pubblico e di libero accesso e non come materiale confidenziale; i servizi segreti hanno quindi il potere speciale di arrestare e multare i giornalisti che contravvengono a questa regola e si avvalgono di strumenti tecnici di ricerca. La multa può essere compresa tra 50 e 300 volte il salario mensile del giornalista in questione. “La protezione delle fonti giornalistiche è la pietra angolare della funzione di supervisione svolta dai media in una democrazia, e un’azione di questo genere va contro i rapporti di collaborazione tra l’Unione Europea e Kiev. Per questo è necessario portare la questione davanti al Consiglio d’Europa a Strasburgo, all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa a Vienna così come al Consiglio degli Affari Generali dell’Unione”. Thierry Falise e Vincent Reynaud sono stati liberati, ma i loro accompagnatori laotiani invece continuano a rimanere prigionieri delle autorità del Laos Dopo 35 giorni di detenzione, i giornalisti Thierry Falise e Vincent Reynaud, insieme al loro interprete americano, il Reverendo Naw Karl Mua, sono stati liberati dalle autorità del Laos e espulsi (in aereo), verso Bangkok, in Tailandia. Per contro, i tre cittadini del Laos che servivano da guida al momento del loro arresto, continuano a rimanere detenuti a Vientiane. Reporter senza frontiere (sezione italiana di Reporters sans frontières), si felicita per la buona notizia che arriva dopo una mobilitazione mediatica e diplomatica di grande rilievo. L’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa vuole pertanto sottolineare che i due giornalisti e i loro interprete, sono stati condannati a 15 anni di carcere, il 30 giugno 2003, unicamente per aver osato condurre un’inchiesta sulla situazione della minoranza etnica Hmong, un argomento particolarmente delicato in Laos. Reporter senza frontiere protesta inoltre contro la decisione delle autorità del paese di continuare a trattenere in carcere i tre laotiani che accompagnavano i giornalisti nel loro reportage, senza nessuna speranza che vengano prossimamente liberati. Il 9 luglio, verso le 14 h 30 (ora locale), i giornalisti Thierry Falise e Vincent Reynaud (rispettivamente belga e francese), così come il Reverendo americano Karl Naw Mua, sono stati consegnati alle loro ambasciate in Laos e poi accompagnati all’aeroporto di Vientiane, dove sono stati imbarcati su un volo in direzione di Bangkok. Al loro arrivo nella capitale tailandese, Thierry Falise e Vincent Reynaud hanno voluto ringraziare i media europei per la loro mobilitazione e per il fondamentale sostegno dato alla loro liberazione Per contro, i tre cittadini del Laos che accompagnavano i giornalisti al momento del loro arresto, sono ancora prigionieri. Il 30 giugno, le due guide, Thao Moua e Thar Char Yang, così come Pa Phue Khang, autista, erano stati condannati a pene carcerarie variabili dai 12 a 20 anni per aver accompagnato e aiutato i due giornalisti nel loro reportage sulla minoranza Hmong.

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