«Il totonomine prosegue. E come avevamo previsto iniziano a spuntare nomi di giornalisti esterni». L'esecutivo dell'Usigrai commenta così le ultime indiscrezioni che riguardano la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
«Noi ricordiamo – proseguono i giornalisti Rai – che se si vuole cambiare un direttore innanzitutto bisogna spiegare il perché. Inoltre, se si vuole chiamare un direttore esterno bisogna spiegare per quale ragione nessuno dei 1700 giornalisti della Rai sia in grado di assumere quel ruolo. Per di più con l'arrivo di un esterno si imporrebbe un aggravio di costi. E dato che si tratta di soldi dei cittadini, faremo tutte le verifiche per accertare l'eventuale danno erariale».
L'augurio, conclude l'Usigrai, «è che il Cda accolga la richiesta del consigliere Laganà di fare audizioni per i candidati direttore. E noi, in nome della trasparenza, proponiamo audizioni in streaming. Intanto, mentre si attende la quadratura del cerchio, da indiscrezioni di stampa affidata illegittimamente al governo, l'azienda continua a lasciare tre testate (Giornale Radio, Rai Sport, TgR), oltre 1000 giornalisti, senza un direttore con i pieni poteri».