«È la logica dei tempi che corrono in Rai dopo la presa dell'azienda da parte di una dirigenza che usa il potere acquisito contro chiunque la pensi in modo diverso da loro». Lo scrive l'Usigrai che punta il dito contro il direttore del Tg1, Gianmarco Chiocci. «Così - si legge in una nota diffusa domenica 14 luglio 2024 - stamattina il segnale è arrivato anche all'Usigrai; al Tg1, dove il direttore Chiocci non ha ancora smentito i messaggi ai colleghi sullo sciopero del 6 maggio (La Repubblica online del 17 maggio riporta che Chiocci scrisse: 'Oggi è stata una pagina storica per la Rai, un evento epocale. Per la prima volta uno sciopero indetto dal sindacato rosso Usigrai si è risolto in un boomerang senza precedenti'). Oggi una collega componente dell'Esecutivo Usigrai, conduttrice di lunga e consolidata esperienza, è stata sollevata dalla conduzione dello speciale sull'attentato a Trump e dei tg (tutti cancellati ad eccezione del Lis obbligatorio) senza alcuna motivazione mentre, già dall'alba in redazione, si stava preparando a condurre come da incarico e da orario».
Incalza l'Usigrai: «La stessa conduttrice che la mattina del 19 aprile scorso per il direttore Chiocci andava benissimo per condurre lo speciale di Esteri sull'attacco di Israele all'Iran, oggi, dopo che Usigrai il 5 giugno scorso ha depositato un ricorso contro l'azienda per comportamento antisindacale, riferendo anche di un episodio accaduto al Tg1, durante lo sciopero del 6 maggio scorso, viene esautorata».
Per il sindacato dei giornalisti Rai, «è la prima volta che accade alla collega di provata esperienza in speciali e dirette di ogni tipo, confermata alla conduzione da 5 direttori ma che riveste oggi incarichi sindacali. Difficile pensare - prosegue la nota - che si tratti di coincidenze se, come chiaramente appare, non vi sono motivi che possano giustificare decisioni che di fatto mortificano la qualità professionale della collega, lanciano un messaggio obliquo a chi fa attività sindacale e segnalano una modalità di gestione delle testate Rai di carattere arbitrario che danneggia l'azienda e il sindacato».
La sintesi dell'Usigrai: «Se il metodo è quello della resa dei conti, con il sindacato non funziona». La denuncia dei rappresentanti sindacali è quella «di un clima che si rintraccia ormai quotidianamente nella gestione dell'azienda. I giornali sono pieni da mesi di piccoli e grandi violazioni delle regole e del buon senso in una azienda - concludono i giornalisti del servizio pubblico - che è diventata prima di tutto luogo delle scorribande di interessi politici che nulla hanno a che fare con il bene pubblico che la Rai rappresenta per cittadini e utenti».
Sulla vicenda interviene anche la Federazione nazionale della Stampa italiana. «La sostituzione della conduttrice del Tg1 a pochi minuti dalla messa in onda ha il sapore della punizione - rileva il sindacato -. Un direttore ha il diritto di scegliere chi conduce ma ha il dovere di farlo in maniera rispettosa. E se procede a sostituzioni deve farlo dando adeguate spiegazioni. Senza quindi ledere professionalità e immagine delle giornaliste e dei giornalisti. Non può sfuggire che ancora una volta nel mirino finiscono sindacalisti e non allineati. Siamo stati, siamo e saremo al fianco dell'Usigrai».
Stampa Romana: «Difendiamo il sindacato, la politica resti fuori»
L'estromissione all'ultimo minuto dalla conduzione di un'edizione straordinaria di una collega del Tg1 che ha incarichi sindacali appare come un nuovo colpo assestato a chi svolge attività di rappresentanza dei colleghi. L'elenco si allunga, dopo gli attacchi sguaiati di esponenti politici al Cdr del più seguito Tg nazionale, quello del direttore di Rainews 24 al Cdr della testata, fatto chiamando in causa addirittura l'Ordine dei giornalisti. Una pratica purtroppo diffusa, non solo nell'emittente pubblica, che punta a indebolire la stessa funzione del sindacato. A tutti i colleghi colpiti va ovviamente la solidarietà dell'Associazione Stampa Romana.
L'esasperata dialettica sulla Rai invita però a un supplemento di riflessione sui ruoli del Sindacato, dell'Ordine, sull'autonomia professionale. Il nostro Sindacato unitario rappresenta tutti i colleghi, nessuno escluso, i Cdr presidiano la corretta applicazione delle regole, non sono "parti", meno che mai politiche, non sono gli antagonisti dei direttori, che dovrebbero accettare il confronto con le redazioni, anche aspro. L'Ordine dei giornalisti non è una clava da brandire contro i colleghi, ma una garanzia per i cittadini, perché abbiano un'informazione corretta. Premesse che dovrebbero essere scontate, ma che sembrano dimenticate da chi pensa di strumentalizzare ogni vicenda del Servizio Pubblico per una guerra di fazioni, una logica che respingiamo con forza. Si garantiscano il pluralismo e un'informazione adeguata, che dia spazio ai fatti, tutti, senza che siano guardati con la lente dell'appartenenza politica, si trattino con uguale dignità tutti i colleghi della Rai, senza eccezioni e senza schiacciarli sulle logiche della politica.
Il Sindacato è imprescindibile per ricostruire la credibilità del Servizio Pubblico e dei media più in generale, senza la quale è a rischio l'intero impianto democratico.
La Segreteria ASR