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Sindacale 24 Lug 2006

Tavola rotonda a Stampa Estera organizzata da Usigrai, Stampa Romana e Fnsi su “Spioni e spiati” Del Boca: “Farina si autosospenda” Pizzetti, Garante Privacy: “Il Paese non è sicuro”

''Chiedo a Renato Farina di autosospendersi, per togliere dall'imbarazzo se stesso e la categoria dei giornalisti con un gesto di responsabilità, di dignità, quasi di riscatto rispetto ai suoi gesti'': è la richiesta avanzata oggi dal presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca al convegno 'Spioni e spiati' organizzato nella sede della Stampa Estera dalla Stampa Romana e dall'Usigrai, in collaborazione con la Fnsi.

''Chiedo a Renato Farina di autosospendersi, per togliere dall'imbarazzo se stesso e la categoria dei giornalisti con un gesto di responsabilità, di dignità, quasi di riscatto rispetto ai suoi gesti'': è la richiesta avanzata oggi dal presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del Boca al convegno 'Spioni e spiati' organizzato nella sede della Stampa Estera dalla Stampa Romana e dall'Usigrai, in collaborazione con la Fnsi.

''Da quello che scrive, dai fondi che fa, si vede che Farina non è a suo agio'', spiega Del Boca, la cui proposta era stata poco prima bocciata dal responsabile dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio, Bruno Tucci ''l'autosospensione non esiste'', aveva detto Tucci riferendosi in particolare ai casi, verificatisi in passato, di giornalisti protagonisti di spot pubblicitari). Ma il 'caso Farina', secondo Del Boca, ''non ha nulla a che vedere con quell'autosospensione temporale limitata nel tempo per fare un'altra cosa, per poi rientrare''. Per Del Boca è urgente ''modificare la nostra legge, che è del 1963. Ricordo che già nel '64 c'era una proposta di modifica. E' una legge tortuosa, per cui il processo Farina durerà 10-12 anni. Chiedo quindi al collega di autosospendersi''. (ANSA) Il Garante della Privacy lancia l'allarme: ''E' arrivato il momento, e forse siamo già in ritardo, di accelerare la messa in sicurezza del nostro sistema di comunicazioni elettroniche. Il Paese ha motivi per non sentirsi sicuro''. Un allarme lanciato da Francesco Pizzetti nella sede della Stampa Estera al convegno 'Spioni e spiati', organizzato dall'Associazione Stampa Romana e dall'Usigrai, in collaborazione con la Fnsi, al quale ha partecipato anche il sen. Massimo Brutti, vice presidente della Commissione parlamentare di Controllo per i Servizi segreti. All'incontro - al quale sono intervenuti anche i presidenti della Fnsi Franco Siddi, dell'Ordine nazionale dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, dell'Ordine dei giornalisti del Lazio Bruno Tucci, dell'Unione Nazionale Cronisti Guido Columba e dell'Usigrai Roberto Natale - Pizzetti ha tra l'altro affermato che i giornalisti sono ''i servitori della costituzione'' e che ''l'idea di un giornalista spiato è un colpo al cuore del sistema democratico''. Aggiungendo che ''spetta al giornalista valutare la rilevanza e l'essenzialità di un'informazione''. Parlando di intercettazioni telefoniche, il Garante per la Privacy ha sottolineato che le misure di sicurezza devono essere garantite ''dai gestori, se si tratta di intercettazioni legittime richieste dal giudice, affinché solo i giudici siano a conoscenza di queste intercettazioni. E dai giudici, perché gli atti processuali siano protetti, anche a difesa dell'attività giudiziaria''. Ma, avverte, ''la rete delle telecomunicazioni italiane richiede interventi urgenti di messa in sicurezza'', anche alla luce di alcuni fenomeni che stanno emergendo, come il trattamento dei ''dati dei tabulati del traffico telefonico di ogni cittadino, l'intercettazione di comunicazioni in modo illecito senza l'autorizzazione del giudice, l'uso illecito di dati di ex clienti a fini commerciali''. ''In un paese moderno - aggiunge il Garante - la mancanza di sicurezza della rete di comunicazione elettronica è più grave che non poter usare le reti materiali, come quelle autostradali. Stiamo registrando il fatto che il Paese ha motivi per non sentirsi sicuro''. Pizzetti non nasconde la sua preoccupazione: ''Non possiamo accettare a cuor leggero un sistema di comunicazioni elettroniche che non abbia misure di sicurezza coerenti con la rilevanza strategica sia per la sicurezza nazionale, sia per l'economia nazionale e la civiltà del Paese''. In questo ambito, l'Autorità ha un ''ruolo istituzionale di verifica che le misure vengano adottate e per questo abbiamo bisogno di mezzi. Dal 2005 abbiamo avviato un'attività ispettiva molto forte. Stiamo ad esempio facendo ispezioni - ricorda - sulla conservazione dei dati di traffico, ossia come garantire che tali dati che si devono tenere per 5 anni siano conosciuti solo dal giudice''.(ANSA) ''Serve una riforma dell'ordine dei giornalisti, dobbiamo organizzare un tavolo con la politica e la magistratura per modificare la legge del '63. Nel giornalismo servono regole nuove''. E' quanto dichiarato da Roberto Natale, segretario dell'Usigrai, intervenuto oggi all'incontro ''Spioni e spiati. La libertà d'informazione, i diritti delle persone, i rischi della democrazia'', tavola rotonda organizzata dall'Associazione Stampa Romana e Usigrai, in collaborazione con la Fnsi, che si è tenuta presso la sede della Stampa Estera a Roma. ''In questo incontro il nostro obiettivo è quello di discutere sulla libertà d'informazione, i diritti delle persone ed i rischi della democrazia - ha sottolineato Silvia Garambois, segretario dell'associazione Stampa Romana, aprendo la conferenza - i giornalisti da lungo tempo discutono della libertà di stampa perché ci sono molti elementi che comprimono il pluralismo dell'informazione''. ''Ci interessava dire - ha sottolineato il segretario dell'Usigrai - che non ci piace il clima che si sta respirando, ricordare che il giornalista è un 'servitore' della Costituzione e che le intercettazioni sono comunque servite a far luce su vicende che sono poi diventate 'storia'. Dobbiamo rivendicare il valore positivo che le intercettazioni hanno avuto. In questa riflessione, non bisogna soffermarsi solo sulla questione della 'legittimità penale' quanto invece sull'essenzialità dell'informazione. E' questo il nodo fondamentale perché i giornalisti avranno sempre la responsabilità di capire se un fatto è essenziale o meno''. Alla conferenza sono intervenuti anche Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante della privacy, Massimo Brutti, vice presidente della commissione parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti, Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio e Guido Columba, presidente dell'Unione Nazionale Cronisti. ''La libertà di stampa è uno dei diritti più importanti espressi dalla nostra Costituzione. D'altronde se un cittadino non è informato non è un cittadino''. E' quanto ha dichiarato Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante della privacy che, parlando delle intercettazioni, ha sottolineato ''come non va bene la censura, non va bene neanche la pubblicazione di tutto. Bisogna fare delle valutazioni prima di pubblicare qualcosa. La notizia va pubblicata nel rispetto del terzo incolpevole, dei familiari, dei minori e, sempre, nel rispetto della dignità della persona''. ''Come autorità - ha aggiunto Pizzetti- chiediamo di non esser mai considerati come coloro che vogliono reprimere la stampa, ma siamo di fronte ad un fenomeno inquietante. Sembra che in questa società sia molto forte la voglia di sicurezza nelle cose materiali: quando viaggiamo in autostrada ci aspettiamo di trovare gard rail e piazzole di sosta, ma non si è posta la necessaria attenzione nel mettere in sicurezza i mezzi di comunicazione elettronici''. ''E' necessario tracciare un confine ben preciso tra chi raccoglie le notizie per il pubblico e chi raccoglie informazioni per la sicurezza dello Stato''. Lo ha dichiarato Massimo Brutti, vice presidente della commissione parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti sottolineando che ''sono attività che non possono confondersi. Per questo l'Intelligence dovrebbe disporre di un ufficio stampa che dia una 'versione istituzionale' dei fatti, non va bene che un funzionario che lavora con le 'fonti aperte' sia poi colui che deve parlare con i giornalisti''. Sulle intercettazioni il vice presidente della Commissione Parlamentare di Controllo per i Servizi Segreti ha ricordato che ''le intercettazioni legittime sono quelle disposte dall'autorità giudiziaria, tutte le altre sono illegittime e con esse si configura un reato. Le intercettazioni sono uno strumento d'indagine fondamentale, ma bisogna tutelare in modo più rigoroso i diritti delle persone che vengono coinvolte''. ''Personalmente -ha aggiunto Brutti- sono contrario ad un 'black out' sulle indagine preliminari, ma è necessario prevedere la non divulgazione delle intercettazioni fino all'udienza preliminare, proprio per tutelare la privacy delle persone coinvolte, inoltre tutto quello che non rivela responsabilità penali non andrebbe divulgato''. L'informazione, ha poi sottolineato Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa, ''non è una merce qualsiasi. Bisogna pubblicare la verità, che sia di pubblico interesse con un criterio deontologico e buon senso''. ''Ricordando - gli ha fatto eco Guido Columba, presidente dell'Unione Nazionale Cronisti- che il diritto di cronaca appartiene ai cittadini ed il dovere di cronaca ai giornalisti. L'unica vera difesa del giornalista è la massima prudenza. Più che un intervento a valle sui giornalisti - ha concluso Siddi - vedo un intervento a monte sulle trascrizioni delle intercettazioni. Il testo 'pulito' delle intercettazioni può, anzi, deve essere pubblicato''. ''Pregherei in politici di venirci incontro per adeguare la legge del '63'', ha affermato infine Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, ''è una legge molto vecchia che va assolutamente cambiata''. (ADNKRONOS)

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