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Sindacale 11 Set 2010

Tariffe postali e lavoro autonomo, la Fnsi denuncia inadempienze da parte del Governo La Fieg: '' È allarme nel mondo dell'editoria, situazione insostenibile''

“La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana denuncia i ritardi e le inadempienze del Governo per l’editoria e il lavoro giornalistico. E’ grave che, a distanza di un mese e mezzo dall’accordo ‘obbligato’ su nuove tariffe postali raggiunto tra l’Amministrazione delle Poste e le organizzazioni degli editori, esso non sia ancora stato reso operante in attesa del necessariodecreto di recepimento dell’intesa.

“La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana denuncia i ritardi e le inadempienze del Governo per l’editoria e il lavoro giornalistico. E’ grave che, a distanza di un mese e mezzo dall’accordo ‘obbligato’ su nuove tariffe postali raggiunto tra l’Amministrazione delle Poste e le organizzazioni degli editori, esso non sia ancora stato reso operante in attesa del necessariodecreto di recepimento dell’intesa.

Più il tempo passa, più il danno causato dall’improvviso aumento delle tariffe per le spedizioni dei giornali, quasi triplicate tra il 30 marzo e il 1 aprile scorso, per effetto della cancellazione delle provvidenze statali di rimborso alle Poste finalizzato all’abbattimento delle spese di distribuzione della stampa, già in vigore da anni e sulla cui base erano stati fissati i prezzi di vendita dei giornali e degli abbonamenti.

La Giunta della Fnsi rivolge un forte appello al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla cui attenzione e firma finale è sottoposto in questi giorni  il decreto, affinché sia immediatamente emanato. Peraltro si tratta del male minore per attenuare i danni, considerato che le Poste hanno accettato di negoziare una tariffa comunque a costo più elevato di quella precedente, sia pure ridotta rispetto agli incrementi automatici scattati il primo aprile scorso. Molte testate soprattutto periodiche hanno già dovuto sospendere o ridurre le pubblicazioni, con ripercussioni sulla stabilità dell’occupazione, non solo giornalistica.

Il problema tariffe postali resta del tutto in piedi anche per il settore no profit, per il quale il Parlamento ha destinato uno stanziamento di trenta milioni di Euro, che continua però a mancare all’appello, senza alcuna giustificazione.

I problemi delle tariffe postali sono, però, solo uno degli aspetti delle inadempienze del Governo che sta contribuendo direttamente alla crisi dell’industria editoriale del lavoro nel settore, con i tagli generalizzati dei fondi dell’editoria, senza prima una riforma concertata per nuovi criteri oggettivi e realmente finalizzati al sostegno del bene pubblico informazione del suo pluralismo e dell’occupazione regolare. In questo ambito, si pone urgentissima l’esigenza di una normativa di indirizzo per le garanzie sociali e retributive delle prestazioni da lavoro giornalistico autonomo, sempre più individuabile come una forma di inaccettabile precarietà e luogo di tante ingiustizie.

Gli annunci non bastano più e, con i drastici tagli in corso senza visione prospettica di uno scenario futuro sostenibile, anche la bozza di nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi residui, non ha alcun senso”.

EDITORIA: FIEG RILANCIA ALLARME SU TARIFFE POSTALI E FONDI

''SITUAZIONE INSOSTENIBILE, UN DOVERE SEGNALARLA AL GOVERNO''

È allarme nel mondo dell'editoria per il ritardo nell'adozione del decreto sulle nuove tariffe postali e per la drastica riduzione dei fondi pubblici: a sottolinearlo è la Federazione italiana degli editori, che definisce ''insostenibile'' la situazione del settore e la segnala con forza al governo.

''La Fieg - si legge in una nota - condivide e rilancia il recente allarme della Fnsi per il ritardo nell'adozione del decreto sulle nuove tariffe di spedizione in abbonamento postale. Dal primo aprile 2010 le imprese editrici sostengono un maggior costo del 120% per le spedizioni in abbonamento postale, sopravvenuto in corso d'anno, e quindi assolutamente non previsto nei propri bilanci. A nulla sono valsi i tavoli politici e tecnici e le imprese editrici si sono trovate sole a trattare con la controparte, Poste Italiane, che fornisce il

servizio in regime di monopolio. Per di più gli editori sono stati costretti a negoziare le nuove tariffe mentre erano e sono già in vigore le tariffe piene, sicché ogni giorno di ritardo nella conclusione dell'accordo portava ad un aggravio economico insostenibile''.

''L'accordo sottoscritto a fine luglio - ricorda ancora la Federazione degli editori - è stato necessitato da questa situazione. Esso prevede la decorrenza dal primo settembre 2010.

La Fieg ha più volte segnalato la necessità di una definizione sollecita del decreto di recepimento dell'accordo, ma in effetti esso ancora tarda, pur non comportando oneri, ma anzi un significativo risparmio per lo Stato. Così si aggrava ulteriormente e senza necessità il danno delle imprese''.

''La Fieg - si legge ancora - non può non stigmatizzare questa situazione e segnalare ancora che la drastica riduzione delle risorse pubbliche nel settore editoriale mette a rischio un notevole numero di occupati nell'intera filiera della carta stampata. Ciò vale anche per i contributi diretti, per i quali la Fieg ha sostenuto l'obiettivo governativo di rigorosa definizione dell'ambito degli aventi diritto, ma ha anche sempre sottolineato che a tale ridefinizione deve accompagnarsi la certezza della riscossione da parte di coloro che ne hanno titolo. Altrimenti si vanifica l'effetto che queste misure possono realizzare. Ciò è tanto più vero in un momento in cui le imprese editrici sono in fase di severa ristrutturazione e i piani per uscire dalla crisi debbono poter contrare su risorse certe. Questo risultato si ottiene col riconoscimento del 'diritto soggettivo' o quanto meno con una adeguata dotazione del fondo della Presidenza del Consiglio dei ministri, che invece è stato falcidiato negli ultimi anni. La drastica riduzione delle risorse e l'assoluta incertezza della loro reale spettanza e consistenza è ancor più aggravata dalla circostanza che quanto riconosciuto è riscosso l'anno successivo a quello di maturazione''.

''È dovere della Fieg segnalare con forza al Governo - conclude la nota - che la situazione ora è davvero insostenibile''. (ANSA)

@fnsisocial

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