«La prima condizione per un confronto è il rispetto delle parti. E proseguire in una ricostruzione destituita di fondamento, come ancora una volta ha fatto oggi l'Ad della Rai in Vigilanza, viola il principio del rispetto». Inizia così la risposta dell'Esecutivo Usigrai a Carlo Fuortes, che in audizione a palazzo San Macuto ha parlato, fra le altre cose, di «un irrigidimento da parte del sindacato dei giornalisti della Rai, il quale - ha riferito - non si è seduto al tavolo del confronto» in merito al taglio dell'edizione notturna dei tg regionali.
«Prima che sindacalisti – ribatte l'Esecutivo – all'Usigrai ci sono giornalisti e allora partiamo dai fatti. Il 24 novembre 2021, senza che il sindacato ne sapesse nulla l'Ad della Rai Fuortes ha confermato proprio in Vigilanza che "effettivamente le edizioni notturne del Tgr sono state cancellate" – testuale, tempo verbale compreso – "a partire dal 9 gennaio" 2022. Dunque una decisione già presa: non un proposito e nemmeno una indicazione di principio ma un fatto, rivendicato inoltre nella sede parlamentare perché aveva anche una "presa d'atto all'unanimità" da parte del consiglio di Amministrazione della Rai».
Il 25 novembre, prosegue la ricostruzione dei giornalisti, «abbiamo chiesto, come prima iniziativa di protesta, la lettura in onda di un comunicato sindacale sulla chiusura della terza edizione della Tgr. L'1 dicembre il capo del personale ci invia una richiesta di convocazione per un incontro per l'informativa relativa alla terza edizione del Tg regionale da tenersi il successivo 6 dicembre. Una informativa dunque e non una "consultazione preventiva" come prevista dal Contratto. E del resto di preventivo non c'era più nulla quando le decisioni aziendali erano state già state prese, e rese pubbliche davanti al Parlamento».
L'Usigrai ha deciso di non presentarsi «ad un incontro che cosi congegnato – rilevano i rappresentanti sindacali – non era altro che un ulteriore danno al ruolo del sindacato e lesivo della sua immagine di rappresentante dei lavoratori. Ma il 2 dicembre la Rai insiste nel tentativo di rappresentare una realtà diversa dei fatti e con il capo del personale scrive ancora che nessuna decisione definitiva è stata assunta in merito alla 3ª edizione della Tgr. Mentre ben sappiamo che quanto dichiarato da Fuortes in Vigilanza il 24 novembre in merito alla chiusura della terza edizione si è verificato con precisione di tempi e di modi che altro non potevano essere se non per decisioni prese».
Infine, aggiungono i giornalisti del servizio pubblico, «non risponde al vero che ci sia stato un incontro tra azienda e sindacato sulla terza edizione della Tgr, se non per gli obblighi previsti dalla legge sugli scioperi. Se l'Ad Fuortes – incalzano – avesse voluto un confronto avrebbe almeno discusso la nostra proposta di spostare la terza edizione alle 22.30. Proposta che toglieva all'azienda l'alibi dei costi. E anche sul piano editoriale della Tgr, bocciato dalla redazione, l'Ad fa finta di non sapere che il contratto giornalistico prevede debba essere riformulato e così il direttore, sentito l'Amministratore Delegato, lo ha ripresentato tale e quale».
Dunque, le conclusioni dell'Usigrai, «le dichiarazioni dell'Ad in Vigilanza, messe accanto ai fatti, mostrano che siamo lontani dalla realtà. Non è così che si rispetta il ruolo delle parti sociali. Non è così che l'Usigrai intende le relazioni sindacali nell'azienda di servizio pubblico radiotelevisivo».