«Quando non ci sono verità e giustizia non c'è Repubblica. Questa, come troppe altre vicende su cui ancora non si sa abbastanza, non è una questione familiare. È una questione che riguarda tutti noi». Così il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, intervenendo al convegno 'Cosa avremmo saputo noi di Ustica senza la stampa?', promosso in occasione dei 40 anni dalla strage insieme con l'Associazione dei parenti delle vittime. «Il nostro impegno come rappresentanti delle giornaliste e dei giornalisti italiani è a fare in modo che la memoria diventi traccia per il futuro, che il lavoro di chi non si è arreso davanti ai muri di gomma venga ripreso dai giovani per conoscere, informarsi, continuare a indagare», ha aggiungo Giulietti, che ha poi assicurato: «Non faremo nessun passo indietro, continueremo ad essere 'scorta mediatica' di chi cerca verità e giustizia e si batte contro ogni depistaggio, come la famiglia di Giulio Regeni, come per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, solo per citare due casi».
Infine il presidente della Fnsi, rivolto al presidente della Camera Roberto Fico, ha chiesto alle istituzioni di «liberare il giornalismo d'inchiesta dalle troppe tagliole» con cui deve fare i conti il lavoro dei giornalisti, «dalle querele bavaglio, alla pena del carcere, alle minacce, tutti pericoli per quel giornalismo che vuole illuminare le oscurità», ha concluso Giulietti.
Un ringraziamento ai giornalisti e al giornalismo di inchiesta è stato rivolto, in apertura del convegno, dal presidente della Camera. «Lo Stato su Ustica ha bisogno di una verità che sia perseguita dallo Stato in tutti i modi e non solo dai familiari delle vittime o dai giornalisti. Grazie al giornalismo d'inchiesta, quello fatto in modo puntuale e intellettualmente onesto, abbiamo avuto tanti pezzi di verità aggiuntiva, nel momento in cui c'era una parte dello Stato che depistava e che ci voleva far arrivare a un'altra verità, quella che l'aereo fosse imploso strutturalmente, ma non era vero. Grazie al giornalismo che anche oggi continua», ha detto Fico. «Ringrazio RaiNews – ha aggiunto – per aver ripulito l'audio del pilota e averci restituito una parte importante. Grazie al giornalismo d'inchiesta possiamo dire che abbiamo un pezzo di verità aggiuntivo».
All'incontro, che si è tenuto al Museo per la Memoria di Ustica a Bologna, hanno partecipato, coordinati da Walter Verini, anche il sindaco Virgilio Merola, i giornalisti Andrea Purgatori e Sigfrido Ranucci, il deputato Andrea De Maria, la storica Cora Ranci, la presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti.
In una dichiarazione pubblicata anche sul sito web del Quirinale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito che «il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica» e chiesto di trovare risposte risolutive: «Giungere a una loro ricostruzione piena e univoca - si legge nel messaggio del Capo dello Stato - richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori».
PER APPROFONDIRE
Di seguito il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant'anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale.
La condivisione di tanto dolore è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l'immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto.
La Repubblica e la tenacia e professionalità di uomini dello Stato hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società.
Non può e non deve cessare l'impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l'impegno delle istituzioni e l'aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori.
Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica.