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Il Palazzo di giustizia di Padova (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Associazioni 27 Ago 2024

Sindacato Giornalisti Veneto: «Sdegno per il silenzio della Procura di Padova sul femminicidio ad Abano»

Il sindacato regionale: «Nemmeno dopo l’arresto dell’uomo per l’omicidio della moglie, ha ritenuto suo dovere informare l’opinione pubblica. Il popolo italiano ha il diritto di sapere dalla fonte titolata cosa è avvenuto».

Chi ha paura delle notizie? È La domanda che ci si pone ogni qualvolta un magistrato applica, con l’alibi della norma Cartabia, una sorta di censura preventiva, tacitando sempre più notizie alla stampa, arrivando a nascondere, addirittura, un femminicidio avvenuto ad Abano Terme. Il Sindacato Giornalisti Veneto esprime tutto il suo sdegno di fronte alla condotta della procura di Padova, che, nemmeno dopo l’arresto dell’uomo per l’omicidio della moglie, ha ritenuto suo dovere informare l’opinione pubblica. Già suo dovere, perché la giustizia – è bene ricordarcelo sempre – è amministrata in nome del popolo italiano. E il popolo italiano ha il diritto di sapere dalla fonte titolata cosa è avvenuto. Un uomo, nell’agosto del 2023, avrebbe ucciso la coniuge, simulando un suicidio: gli investigatori smascherano la messinscena e lo scorso marzo l’indagato finisce in manette. Un fatto di cronaca di una gravità sconcertante che la Procura, evidentemente, non ha ritenuto di interesse pubblico e di cui si è venuti a conoscenza, quasi cinque mesi dopo, solamente grazie al lavoro zelante di un bravo giornalista del Corriere del Veneto. Persino il sindaco della città termale ha dichiarato di avere appreso la notizia, non senza disappunto e sconcerto, leggendo il quotidiano. In questo caso, il decreto 188, il cosiddetto Cartabia, in vigore dal dicembre 2021, rispetto al quale il Sindacato Veneto, fra i primi, ha messo in guardia rispetto al rischio della compressione del diritto-dovere di informare costituzionalmente tutelato, non c’entra nulla. Nata per tutelare la presunzione di innocenza, recependo e, ad avviso del Sindacato, storpiando la direttiva europea cui fa riferimento, la norma attribuisce al solo Procuratore della Repubblica il ruolo di comunicare notizie che decide, in totale autonomia, se essere o meno di interesse pubblico: in pratica un bavaglio inaccettabile. Il Sindacato si chiede e chiede: cosa mai ci può essere di maggiore interesse pubblico di un femminicidio? Tale crimine rappresenta un’emergenza nazionale, cui il Veneto purtroppo non è esente.  Eppure, i magistrati di Padova hanno ritenuto che l’indagine di Abano non debba essere resa nota. Ripetiamo la domanda: chi ha paura delle notizie? I procuratori? I politici? Gli stessi che non smettono di ripetere che l’informazione libera, indipendente, autonoma, professionale è garanzia e pilastro di una società democratica e civile contro derive autoritarie e dittatoriali? Più e più volte il Sindacato Giornalisti ha proposto e organizzato tavoli di confronto per contemperare diritto alla presunzione di innocenza e diritto di cronaca, nel rispetto di ruoli e prerogative. Il riscontro nella quotidianità è stato, ed è, a dir poco deludente, con vicende, quando non nascoste, rese note dopo mesi dagli accadimenti, pur con la consapevolezza che la notizia è una merce deperibile e l’immediatezza e l’attualità sono cifre fondanti. (Da sindacatogiornalistiveneto.it)

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