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Fnsi 02 Apr 2004

Siddi su proposta "qualitel" avanzata dalle Acli: "Un'idea di grande interesse che premia la qualità sociale della tv"

Siddi su proposta "qualitel" avanzata dalle Acli: "Un'idea di grande interesse che premia la qualità sociale della tv"

Siddi su proposta "qualitel" avanzata dalle Acli: "Un'idea di grande interesse che premia la qualità sociale della tv"

E’ una questione molto seria quella della informazione socialmente responsabile, posta oggi dalla relazione del Presidente delle Acli Luigi Bobba al congresso nazionale dell’Associazione Cristiana dei Lavoratori in corso a Torino. Non solo: la proposta di un Qualitel, osservatorio della qualità sociale e del rispetto dei diritti di tutti alla conoscenza e alla rappresentanza sociale è un’idea di grande interesse da realizzare. La tv deve essere imperniata su parametri di civiltà e di cultura, non di soli consumi surriscaldati. Purtroppo, ad oggi, questa è un altra delle attese mancate della legge Gasparri.” Ad esprimere questo giudizio è il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, il quale commentando la parte della relazione congressuale delle Acli dedicata all’informazione socialmente responsabile, osserva anche che “la qualità e il pluralismo dell’informazione non sono aspirazioni astratte ma condizione e bene indispensabili da garantire per la crescita democratica, culturale e civile del Paese. E ciò a maggior ragione quando il clima generale che si respira è pesante e l’orizzonte, tra crisi economica, cadute valoriali e terrorismo internazionale, non appare certo luminoso. Abbiamo bisogno tutti di una televisione che informi con estrema correttezza, capacità di adesione ai fatti e alle circostanze, che rappresenti le voci e le esigenze della vita complessiva del Paese, che proponga cultura e eventi, anche piacevoli ma intelligenti. La tv, soprattutto quella pubblica, non può replicare reality show né limitarsi a rappresentare la complessività del Paese solo con il teatrino litigioso e verboso dei partiti. L’Auditel – ha concluso Siddi – ha già fatto disastri e, malinteso com’è da chi gestisce e fa televisione, produce e alimenta mostri. Convinciamo la pubblicità, base di supporto di tanti programmi, a tener conto di nuovi criteri di incidenza, anonimi e statistici, che, allargando la platea del campione, considerino centrale un nuovo indice di gradimento e considerazione”.

@fnsisocial

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